Finalmente una traccia sulla Resistenza nella prova di italiano: così commenta l’Associazione partigiani d’Italia la prima volta di un tema alla maturità sull’azione degli italiani contro il nazi-fascismo in Italia. Quanto accaduto oggi, ha detto all’Ansa Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia “è un risultato molto positivo: si attribuisce finalmente valore alla storia contemporanea. Che la scuola si metta su questo terreno è un auspicio che noi facciamo da molto tempo. Questo, può incoraggiare una verifica per tentare di capire quanto i giovani conoscono e stabilire quanto bisogna intervenire perchè riflettano e studino i fatti più recenti”.
Per il rappresentante Anpi, però, si tratta solo di un segnale. Perché quel periodo storico, tra il 1943 e il 1945, che ha condotto l’Italia verso la democrazia e la Costituzione, andrebbe collocato nei programmi scolastici in modo permanente: “bisognerebbe pianificare lo studio della Resistenza in modo migliore”, ad esempio dando “più spazio all’insegnamento della storia recente e della Costituzione, a quella che una volta si chiamava Educazione Civica ed oggi altro non è se non l’educazione alla cittadinanza attiva”.
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Smuraglia ricorda che fu fatto qualche tempo fa un accordo per il rafforzamento della storia e dell’educazione civica: “quanto avvenuto oggi va in quella direzione e va perseguito”.
“La preparazione sulla Resistenza – conclude il partigiano – andando in giro per l’Italia è a macchia di leopardo: dove ci sono insegnanti di buona volontà gli studenti sono preparati, ma dove non c’è questo intervento diretto dell’insegnante c’è sofferenza”.
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