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Etica e scienza, per i giovani ancora tanta confusione

Gli studenti italiani hanno un’idea decisamente astratta della scienza e dei suoi rapporti con l’etica. E’ questa la conclusione a cui sono giunti i ricercatori dell’Istituto di ricerca sull’impresa e lo sviluppo (Ceris) del Consiglio nazionale delle ricerche, a seguito di un’indagine condotta su circa 200 studenti dai 16 ai 18 anni, appartenenti a 10 scuole italiane ed europee di Roma. L’indagine, effettuata nell’ambito del progetto europeo di “Public understandig of science”, e presentata durante il convegno “Leder. Alterum non ledere? Responsabilità e futuro della scienza”, tenutosi il 13 marzo a Roma presso il Cnr, ha fatto emergere la scarsa conoscenza della scienza da parte dei giovani. Sui farmaci biotecnologici, per esempio, solo il 42% degli intervistati ha dichiarato di conoscerne i benefici, contro il 50% che li ignora e l’8% che ne ha un’opinione negativa. Ma è su argomenti di attualità, che sollevano problemi morali ed etici, come la genetica, i nuovi farmaci, la fecondità, le tecnologie, l’ambiente e lo sviluppo che gli studenti danno le risposte più disparate e, a volte, inverosimili. A proposito dell’embrione umano, il 38% dei ragazzi sostiene che è un essere vivente degno di rispetto, il 27% lo ritiene ‘uno di noi’ ai primi stadi, il 17% pensa sia una sostanza vivente, il 14% invece un grumo di cellule in espansione. E la clonazione terapeutica? Per il 61% è una operazione che dà vita ad un embrione per ottenere cellule staminali, per il 13% vuol dire creare e distruggere un embrione clonato a fini di studio, mentre il 16% non sa rispondere. 
Secondo Rosalia Azzaro, del Ceris-Cnr e coordinatrice del progetto di ricerca che ha condotto l’indagine, “è evidente come i canali di informazione non sono sufficienti a stimolare una riflessione su queste tematiche. Quest’iniziativa intende proprio favorire una maggiore consapevolezza, nel contesto culturale europeo, degli aspetti scientifici ed etici legati all’innovazione e allo sviluppo”. Appurato che i programmi scolastici, non sempre adeguatamente aggiornati,  non riescono a compensare le carenze conoscitive sull’etica scientifica, la ricerca ha voluto sondare il campo su quali fonti sono allora utilizzate attivamente dai giovani per recepire questo tipo di informazioni: dal sondaggio è emerso che è Internet la fonte di informazione scientifica più usata dai ragazzi (15%), seguita dalla Tv e dalla scuola, entrambe con il 14%. Le riviste di divulgazione scientifica occupano il 10%, mentre i libri il 9%, alla pari con amici e famiglia. La stampa quotidiana si attesta all’8%, seguita da radio (7%), musei e biblioteche (5%). Questi ultimi, insieme con la stampa quotidiana, secondo gli studenti dovrebbero essere potenziati come canali di informazione scientifica.
La ricerca ha però anche fatto emergere forme di coscienza e sensibilità, probabilmente inaspettate, riguardo alcune tematiche “alte”: il 68% dei ragazzi intervistati sostiene che il progresso morale dell’umanità sia rimasto indietro rispetto alle conquiste scientifiche e materiali; il 32% che la scienza non deve essere condizionata dal potere politico ed economico, per il 21% non deve avere ‘limiti’ né, per il 10%, interferenze. Il sapere, in generale, è concepito come un work in progress che non può avere confini (27%): tuttavia gli scienziati devono darsi delle regole, anche se autonomamente (10%). A stabilire gli indirizzi della ricerca scientifica, secondo i ragazzi, devono essere prima di tutti gli scienziati e l’accademia (93%), poi le organizzazioni internazionali (83%), l’opinione pubblica (55%), mentre per il 29% devono decidere proprio i politici, le istituzioni o le forze economiche (26%).
E a proposito di scarsa conoscenza della scienza, proprio mercoledì 15 marzo, il Miur e Farmindustria hanno siglato un Protocollo d’Intesa
col quale si impegnano ad attivare e sviluppare collaborazioni volte alla promozione della cultura scientifica attraverso la diffusione di materiale informativo nelle scuole di ogni ordine e grado, alla luce della legge di riforma degli ordinamenti scolastici.
Per visionare il Protocollo d’Intesa consulta “Approfondimenti”.
Alessandro Giuliani

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