Il fatto che l’edizione numero otto dell’”Etnacomics”, il festival internazionale del fumetto e della cultura pop, si sia chiuso con un bilancio attivo in fatto di presenze, non è una novità. La manifestazione diretta da Antonio Mannino – che ha già dato il nuovo appuntamento alla manifestazione che si svolge al Centro fieristico “Le Ciminiere di Catania per i quattro giorni che vanno dal 6 al 9 giugno del 2019 – ha superato la soglia delle ottocentomila presenze, grazie al fatto che si è evoluta, è progressivamente cresciuta e può collocarsi, a buona ragione, accanto agli eventi più accreditati di tutta la penisola.
Una kermesse durata quattro giorni, senza soluzione di continuità, per tutti i palati, ha accolto un pubblico di appassionati di tutte le età (con nettissima prevalenza di giovani). Numerosissimi gli stand che hanno proposto un’ampia scelta di editoria di settore, che ha fatto in modo che i collezionisti potessero trovare pubblicazioni difficilmente reperibili nei tradizionali canali di distribuzione, e quelli nei quali rintracciare modellini e gadget, diventati ambìto oggetto da collezione da parte di un pubblico sempre più consistente, disposto peraltro a sborsare cifre non indifferenti.
Una schiera di disegnatori, conosciuti e non, ha dato prova delle proprie capacità e della propria arte negli spazi live e nell’area talent scout. I più noti fra questi, poi, passavano dall’area firme, per dare la possibilità a file quasi sempre sterminate, di ottenere un selfie o una dedica: da Tanino Liberatore, la star che ha realizzato il manifesto ufficiale dell’Etnacomics, con una personale reinterpretazione del mito di Eliodoro, a Giuseppe Palumbo, firma di punta degli speciali di Diabolik; da Alfredo Castelli, grande sceneggiatore e creatore del personaggio di Martin Mistere, al palermitano Gianni Allegra, vignettista di “Repubblica”. Ed ancora John Marc De Matteis, sceneggiatore per Marvel e DC Comics, la mangaka giapponese Kazuko Tadano e tantissimi altri. Ma ad accogliere fan e curiosi nelle aree destinate agli incontri e agli autografi sono stati anche attori come Francesco Montanari, protagonista di fiction di successo, le “Iene” Matteo Viviani e Andrea Agresti, Manuela Blanchard, storica conduttrice della trasmissione per ragazzi “Bim Bum Bam”, l’attrice Barbara Bouchet, il “mago” Raul Cremona e il “Pierino” cinematografico Alvaro Vitali.
Lungo gli spazi esterni delle Ciminiere, frotte di cosplay – vale a dire persone che amano un personaggio di fumetti o di fiction televisive al punto di volerlo imitare nel costume, nelle mosse e nell’atteggiamento – si mettevano in posa davanti alle decine di migliaia di macchine fotografiche e cellulari, per esaltare la ricchezza dei costumi e dei trucchi adottati (talora con consistenti sforzi economici).
E allora era facile incontrare un gruppo di supereroi marvelliani, i personaggi di “Star Wars”, quelli del “Trono di spade” o delle più gettonate “anime”, i cartoni animati dell’Estremo Oriente, mentre si contavano sulle punte delle dita di una mano quelli che si rifacevano ai fumetti classici (fra i tantissimi travestimenti, soltanto due fanciulle si sono ispirate alla Minnie disneyana e a Biancaneve, ma senza i sette nani) e talora si assisteva a strane contaminazioni e ad improbabili accoppiamenti. Chi scrive è stato avvicinato da un ragazzino e richiesto di un selfie, per la somiglianza con un personaggio da telefilm: non abbiamo mai capito quale fosse il personaggio né il telefilm, ma abbiamo posato con cortesia e soddisfatto la richiesta.
Tanti gli spazi monotematici, le già citate “Guerre stellari”, Ghostbuster ed i vari giochi di guerra, come Progetto Eden e Umbrella Italian Division, mentre ad Harry Potter era dedicata una curatissima sezione, un fornito negozio e persino un’escape room. Immensa la proposta per gli appassionati del Japan, con performance e live ad ogni piè sospinto, per i videogiochi sempre ambiti ed affollati e, in un enorme padiglione che occupava tutta la piazza davanti alle Ciminere, si potevano provare migliaia di giochi da tavolo e, addirittura, se ne potevano inventare di nuovi e di creativi. Non è necessario dire che erano questi gli spazi più gettonati. Difficile elencare tutta la serie di dimostrazioni, stage, lezioni, presentazioni, seminari, conferenze, contest, proiezioni cinematografiche ed eventi vari, succedutisi nei quattro giorni.
Una piccola nota negativa, in una manifestazione che ha avuto mille motivi di interesse, merita la collocazione delle mostre, tutte di altissima qualità, in un padiglione nel quale erano un po’ affastellate e non sempre esaltate dal punto di vista dell’impaginazione e dell’illuminazione. Splendida la retrospettiva dedicata a Dino Battaglia e di grandissimo interesse “Indiani e cowboy di carta” che lo storico catanese del fumetto Bruno Caporlingua ha dedicato alla produzione novecentesca di fumetti western fino agli anni Cinquanta. Completavano la serie il mito di Frankenstein, il Corvo e Dampyr, e i materiali grafici e documentari con cui Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso hanno realizzato la loro pregevole graphic-novel “Salvezza”, imbarcandosi sulla nave di una Ong impegnata nel salvataggio di migranti nel Mediterraneo.
È stato lungo, confusionario, faticoso, ma alla fine… che Etnacomics, ragazzi!
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