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Eurispes: boom delle private, colpa dei troppi stranieri ma non solo

Le famiglie italiane, soprattutto quelle del nord, risultano sempre più attratte della scuole private: una tendenza, in atto da alcuni anni, che secondo l’Eurispes sarebbe da associare dall’innalzamento degli stranieri negli istituti pubblici. Il dato è contenuto nel “Rapporto Italia 2010”, pubblicato il 29 gennaio. “Dal monitoraggio sulla stampa nazionale – si legge nel rapporto finale – emerge che negli ultimi anni la presenza sempre più massiccia di alunni stranieri nelle scuole pubbliche (+0,8%) rispetto alle private (+0,5%) abbia incentivato molti genitori del nord a scegliere le scuole non statali, facendo registrare un vero e proprio boom di iscrizioni soprattutto nelle scuole dell’infanzia e primarie“.
Per l’Eurispes la motivazione a tenere lontani i nostri bambini da quelli non italiani sarebbe tale da sovrastare anche quella delle sempre maggiori difficoltà, per i nostri giovani, a prepararsi in un istituto pubblico. E rifugiarsi nel privato, dove le statistiche ci dicono che le promozioni sono più facili da ottenere. Ma soprattutto dove, dopo dell’equiparazione totale tra le due tipologie di gestione, avvenuta 10 anni, negli ultimi tempi sono stati assegnati “una serie di finanziamenti di denaro pubblico, sotto forma – spiega sempre l’Eurispes – di sussidi diretti; finanziamenti di progetti finalizzati all’elevazione di qualità ed efficacia delle offerte formative e contributi alle famiglie denominati “buoni scuola”, sino a vedersi stanziare ben 130 milioni di euro dall’ultima Finanziaria 2010.
La consistenza delle rette richiesta alle famiglie si è inoltre ridotta perché negli ultimi anni abbiamo assistito anche all’erogazione di numerosi contributi da parte delle “regioni e dalle amministrazioni locali a seconda delle esigenze territoriali”. E’ nell’area geografica del Nord che tali fondi hanno raggiunto livelli particolarmente elevati: ne sono un esempio la cosiddetta “dote per la libertà di scelta” (45 milioni di euro di finanziamento) stanziata dalla regione Lombardia nel 2008, o i 14 milioni di euro di contributi per le famiglie che iscrivono i figli alle paritarie nella regione Piemonte, nonché i finanziamenti erogati dalla Provincia di Trento nel 2009 con un importo pari al doppio (1 milione e 300 mila in più), rispetto all’anno precedente, o i 18 mila euro della giunta comunale Omega (Piemonte)“.
Dallo stesso rapporto annuale è emerso anche un altro dato importante che tocca da vicino la scuola: riguarda il crocifisso, che secondo il 60,1% degli italiani dovrebbe rimanere nelle scuole e non, come sostengono le associazioni laiche, rimosso perché discriminante. Più della metà dei cittadini intervistati si sarebbe espressa anche per lasciarlo dove è da decenni anche nelle scuole: favorevoli all’esposizione anche il 12% di quanti ritengono che sia giusta, a patto che non venga urtata la sensibilità di persone che professano altre fedi religiose. Bassa la percentuale, invece, di coloro i quali credono che la presenza del crocifisso nei luoghi pubblici non rispetterebbe le altre confessioni religiose presenti nel nostro Paese (10,1%) o comunque ne limiterebbe la liberà di culto (7,1%).
Alessandro Giuliani

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