Attualità

Europa, pubblicato il report sui danni da restrizioni a scuola. Una generazione perduta?

È stato di recente emesso il report relativo all’impatto delle misure restrittive sulla didattica, sull’apprendimento e sulle prestazioni degli studenti del Vecchio Continente. Irregolarità, discontinuità, limiti alla socialità ed alle attività scolastiche in generale si sono tradotte, secondo il documento in oggetto, in un limite alla produttività dei sistemi scolastici nel loro complesso, rendendoli un’appendice più che un caposaldo civile di formazione e creazione delle menti. Lo studio sponsorizzato dalla Commissione rende noti dei coefficienti per singole realtà europee che risultano fondamentali per comprendere e toccare con mano il quadro didattico ed educativo generato dalle disposizioni: educazione e scolarizzazione dei genitori, disponibilità di connessione internet e di libri di testo, ISE (Indicatori Socio-Economici di riferimento), gestione errata o insufficiente della didattica da remoto.

Il quadro europeo: penalizzati Balcani e Germania. Centrale il fattore TIMSS

Il nuovo studio condotto dai ricercatori del Centro comune di ricerca e dell’Instituto Superior de Educação e Ciências di Lisbona ha esaminato quanto gli studenti europei siano rimasti indietro rispetto agli obiettivi di apprendimento durante la chiusura delle scuole, utilizzando una metodologia innovativa e fuori dagli schemi. In primo luogo, hanno acquisito il modello dal 2019 Trends in International Mathematics and Science Study (TIMSS), un esame per studenti su larga scala che, tra l’altro, misura le capacità matematiche di coloro che si trovano in quarta elementare a livello internazionale, coprendo 22 paesi europei. 

Il paper ha identificato Bulgaria, Germania, Slovacchia e Spagna come le realtà più colpite dalla mancanza di insegnamento in classe. In questi paesi, è probabile che molti ragazze e ragazzi, in particolare quelli provenienti da contesti socioeconomici vulnerabili, abbiano perso considerevolmente il passo rispetto ai coetanei dei ceti più abbienti. Altri paesi, come Norvegia, Danimarca, Austria e Lettonia, sono stati invece colpiti in modo meno grave e diretto. Tra i fattori, l’assenza di libri o di un dispositivo di lettura a casa si è rivelata il fattore negativo più potente in assoluto.

In media in tutti i paesi europei, l’assenza di questi punti tendeva a riportare il rendimento in matematica di 40 punti TIMSS, ovvero più dell’aumento medio dei punti in matematica TIMSS generalmente associato a un anno di scuola, che è di circa 35 punti. 

E il Belpaese? Disorganizzazione, scarso supporto materiale ed emotivo

L’Italia, in rapporto agli altri paesi europei, si è mantenuta nella media, pur confrontandosi con ben 13 settimane di chiusura media delle scuole (dati sino al 31/07/2021). Secondo i dati ottenuti dal precedente rapporto UNESCO, il 14 % degli studenti non disponeva di connessione internet per fini didattici, il 49 % non studiava o seguiva lezione presso una camera propria, il 5 % non possedeva i testi adottati o supporti di lettura affini e, infine, il 52 % di tutti gli studenti non ha ricevuto un supporto genitoriale adeguato.

Le maggiori carenze del sistema scolastico sono attinenti ad una complessiva disorganizzazione del tutoraggio on-line e delle attività didattiche (49 %) e delle difficoltà di accesso presso le estensioni multimediali dei libri di testo o delle dispense preparate dai docenti (35 %). Per connessione internet e assenza di spazio privato per lo studio il Belpaese si è confermato il peggiore in Europa, stando ai TIMSS 2019 applicati al rapporto globale UNESCO 2021. 

Andrea Maggi

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