L’emergenza sanitaria, per via della sgradevole comparsa di varianti virali la cui circolazione e tasso d’infezione raggiungono tempi brevissimi, non può dirsi, almeno al momento conclusa. La fase distensiva, generalmente in vigore nel periodo estivo, non risulta rassicurante per via delle centinaia di migliaia di contagi che il Vecchio Continente conta giornalmente: l’abbandono completo di disposizioni quali distanziamento interpersonale, mascherina test antigienici per viaggiare tra paesi ha provocato di fatto un’impennata sensibile dei casi di positività. Uno sguardo, da parte della Commissione Europea per la Salute, è rivolto al prossimo autunno, corrispondente alla ripresa delle attività formativa a scuola e presso gli atenei: quali norme, o linee guida generali, possono essere messe in auge per il contrasto ad un virus la cui patologia risulta sempre più endemica e pertanto quasi impossibile contrastarne la diffusione? La priorità, anche in vista della recente variante Centaurus, resta quella di garantire l’apertura dei luoghi della formazione ad ogni costo, con il fine di ovviare sgradevoli e pericolosi fenomeni di discontinuità di fatto allargando le fila di coloro che lasciano gli studi prima del tempo.
L’arrivo di una nuova forma virale afferente ai SARS – CoV, meno letale ma più virulenta, potrebbe vanificare gli sforzi legati al distanziamento interpersonale, aerazione e utilizzo della mascherina all’interno delle strutture scolastiche d’Europa. Il Commissario Europeo alla Salute, Stella Kyriakides ha insistito sulla reintroduzione dei sistemi di aerazione sistemi di sicurezza non farmaceutici come parte di un piano di emergenza definitivo che detti delle linee guida a livello comunitario per rientro in classe e nei luoghi di lavoro in completa sicurezza. Occorre, con i fondi europei già disposti da NextGenEurope e dal Meccanismo Europeo di stabilità, provvedere ad un ammodernamento definitivo delle aule scolastiche in modo tale da accogliere tecnologie di ventilazione efficaci: è previsto in Germania, Austria, Belgio e Francia. I consigli dell’Unione Europea sulle riaperture scolastiche sono espressi all’interno del documento Considerazioni preliminari di salute pubblica per le strategie di vaccinazioni covi te 19 nella seconda metà del 2022, il quale rende noto un possibile ritorno alle restrizioni non farmaceutiche (arcinoti mascherine e distanziamento) per evitare a tutti i costi chiusure forzate dall’aumento dei contagi determinati dal riavvio delle attività produttive.
Le istituzioni europee stanno richiedendo agli stati membri l’allestimento di un piano d’emergenza atto a garantire un ritorno in classe in completa sicurezza, in quanto le scuole, così come i trasporti pubblici, non sono considerabili luoghi sicuri. Saranno necessari, secondo primarie e sommarie stime, circa 360 milioni di euro per l’installazione di purificatori d’aria e sistemi innovativi d’aerazioni presso tutte le aule per garantire ambienti salubri con complementare utilizzo di mascherina e mantenimento del distanziamento interpersonale, data la virulenza attribuita alle nuvoe varianti del virus Sars – CoV in circolazione. Pochi i reali passi fatti, oltre a mascherine e vane norme di distanziamento, per proporre e realizzare un’edilizia scolastica appetibile per la didattica in sede d’emergenza sanitaria: pochissimi interventi, sporadiche installazioni di impianti di purificazione, nessuna strategia di cohorting adottata, nonostante il parere estremamente positivo ed unanime della comunità scientifica internazionale. Presso i mesi estivi si sarebbero potuti svolgere lavori di ammodernamento delle strutture, ma a d oggi quasi nulla è stato fatto, nonostante i fondi del PNRR e le promesse delle forze politiche afferenti all’esecutivo in carica.
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