La Commissione Europea ed il Consiglio hanno reso noto nelle giornate di riunione di ieri e dell’altro ieri un report di Eurostat relativo al tasso di alfabetizzazione, d’istruzione e di ottenimento complessivo dei titoli a livello continentale. Il risultato è assai positivo: gli investimenti del settore pubblico e privato nell’istruzione e della formazione continua hanno permesso a numerosi studenti europei, magari provenienti da nuclei familiari disagiati a livello economico e sociale, di raggiungere l’ambito traguardo del diploma.
Ebbene, guardando a tutti gli under 25 – la fascia considerata più giovane secondo i parametri Eurostat – sono numerosissimi gli studenti che terminano il ciclo di studi successivo alle scuole medie, pari all’84,6% del totale nel 2021, un dato in netto aumento rispetto ad inizio anni 2000 (76,8% rispetto al 2002).
Anche in Italia si accusano notevoli miglioramenti. Il corpo docente e studente risulta consapevole di quanto il titolo ottenuto presso le scuole medie risulti superato in termini di valore, attestazione e competenze dichiarate dello studente che deve confrontarsi con un mercato del lavoro e della conoscenza sempre meno permeabile alla scarsa formazione. Venti anni fa la quota di diplomati liceali italiana non raggiungeva il 70%, oggi il dato interno si attesta all’83,5%, con un aumento di quasi 14 punti percentuali.
Ottimo risultato per il Settentrione, ove il Piemonte raggiunge l’eccellente risultato dell’85,7% di studenti con diploma, mentre in Lombardia il dato, pur essendo elevato, si attesta all’85,4%. La prima regione nel 2002 non arrivava a 7 diplomati su 10 (68%), nel 2011 al 78%, mentre ora al dato precedentemente esposto. Eurostat però mette in guardia dai “dati gonfiati” attribuibili alle scuole paritarie che abbondano nella regione: “due anni in uno” e affini, “diplomi facili” possono trarre in inganno i dati.
La divergenza maggiore in termini di dati relativi a formazione ed educazione nel Belpaese fa riferimento, oltre all’agghiacciante quadro della retribuzione dei docenti e del personale scolastico nel suo complesso, agli studi universitari ed alle relative iscrizioni, che hanno subito una flessione negativa di recente.
La quota di uomini e donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni con in mano un titolo di studio superiore/universitario si è ridotta di 0,6 punti percentuali tra il 2020 e il 2021 (28,9% e 28,3% rispettivamente), tasso di decrescita record per un solo anno di riferimento. Sembrano sempre meno gli studenti che, ottenuto il diploma, sono in grado di competere ad un passaggio formativo ed accademico successivo. Dato opposto si registra in Europa, ove il tasso di laureati sfiora una crescita del +2% annuo.
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