Il Vecchio Continente si conferma come una delle aree del globo ove la mobilità del personale scolastico ha assunto forme sempre diverse e dinamiche. La stratificazione e la presenza di livelli retributivi assai differenti, così come il vario ed articolato stato di salute dei rispettivi sistemi scolastici dei paesi membri, costituiscono elemento attrattivo favorevole all’emigrazione ed immigrazione dei docenti. Il principale fattore concerne welfare e retribuzione: oltre il 56 % dei docenti si trasferisce in quanto non tutelato a livello contrattuale e retributivo; stipendi bassi, lavoro sommerso, costo della vita in aumento e limitate tutele. Il 18 % della popolazione docente è in mobilità per condurre un’esperienza internazionale ed apprendere nuove metodologie di didattica, garantendo perché no la digitalizzazione della professione presso paesi all’avanguardia. Valutiamo, attraverso i dati Eurostat pubblicati per lo scorso semestre, come si configura la mobilità internazionale dei docenti e quali sono le aree di interesse.
Circa 386.900 studenti che si sono laureati nel 2021 nei paesi dell’UE hanno studiato all’estero durante il percorso di laurea per almeno 3 mesi (i cosiddetti laureati in mobilità dei crediti, iscritti all’istruzione terziaria livelli ISCED 5-8). Dato che nell’UE vi sono circa 4,3 milioni di laureati, ciò significa che il 9% dei laureati dell’UE ha partecipato a un programma di mobilità all’estero. Nel 2021, tra i paesi membri dell’UE, il maggior numero di laureati che hanno effettuato soggiorni di mobilità per crediti formativi si trova in Francia, con circa 176.100, pari al 45,5% del totale. Con 68.700 (esclusi gli studi di dottorato o equivalenti), ovvero una quota del 17,8% del totale dell’UE, la Germania ha il secondo maggior numero di laureati in mobilità in ingresso. Al terzo posto si colloca la Spagna, con circa 40.100 laureati in mobilità, con una quota del 10,4% sul totale preso in esame. La destinazione principale dei laureati dell’UE che hanno studiato all’estero è stata il Regno Unito, che rappresenta il 10,7% di tutti i laureati in mobilità di credito, seguito da Spagna (9,4%) e Stati Uniti (7,5%).
In alcuni casi, altri fattori come la lingua simile, i legami culturali e storici, nonché la vicinanza geografica hanno giocato un ruolo centrale. Alcuni membri dell’UE hanno attratto grandi quote di docenti in mobilità da specifici paesi dell’UE. La Grecia ha di gran lunga la percentuale più alta di docenti provenienti da Cipro, il 68%. La Germania ha ricevuto il 23,9% dei docenti in mobilità provenienti dal Lussemburgo, mentre la Repubblica Ceca ha ospitato il 27% del personale provenienti dalla Slovacchia. Esaminando le prime tre destinazioni per ciascun paese dell’UE, Spagna e Germania sono state le destinazioni più comuni. Tra i paesi extra-UE, il Regno Unito, gli Stati Uniti e l’Australia sono stati gli unici paesi a figurare tra le prime tre destinazioni per i neolaureati e docenti in mobilità provenienti da qualsiasi membro dell’UE. Tale dinamica è agevolata dall’introduzione del trattato si Schengen, il quale permette libera circolazione di persone e beni all’interno dei Paesi Membri dell’Unione Europea.
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