Il supplente della scuola rappresenta il prototipo della precarietà e del lavoro sottopagato. In Italia, ma anche in tutta Europa. Lo dice anche l’ultimo Quaderno di Eurydice Italia, dal titolo “Insegnanti in Europa: carriera, sviluppo professionale e benessere”, pubblicato il 26 aprile, secondo il quale in Europa in media “un insegnante su cinque lavora con contratti temporanei” e “gli insegnanti sono generalmente insoddisfatti dei loro stipendi”. Con l’Italia che in entrambi i casi figura tra i Paesi del vecchio Continente più rappresentativi di tali tendenze.
Del tema degli stipendi bassi, assieme all’occupazione precaria, si è occupato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini: intervenuto ad Ancona, a margine dell’assemblea generale della Cgil Marche, il leader del primo sindacato italiano ha detto che per ridare dignità al lavoro occorre “cancellare la precarietà. Il problema del lavoro oggi è che è troppo precario ed è sottopagato“.
“Credo che il tema di fondo – ha sottolineato Landini – sia cambiare leggi sbagliate per affermare un lavoro stabile a partire da assunzioni che debbono essere fatte nel settore sanitario, nel settore della scuola, ma anche nel settore privato”.
Con il Covid, il costo della vita lievitato e il caro bollette, l’esiguità degli stipendi italiani (nella scuola davvero bassi) è diventata ancora più evidente.
“Oggi – ha tenuto a dire il leader della Cgil – c’è una emergenza e noi abbiamo chiesto al governo che stanzi delle risorse perché c’è da aiutare i lavoratori, i pensionati e le famiglie a sostenere la crescita dell’inflazione”.
Secondo Landini bisogna “aumentare il bonus bollette, serve intervenire sugli affitti e sui mutui, serve aumentare le risorse che vanno a finire in busta paga o nelle pensioni perché altrimenti le persone non ce la fanno, e poi è il momento di fare degli investimenti seri per creare lavoro e finalmente per combattere una evasione fiscale che non è più accettabile, perché è il momento di destinare le risorse a chi ne ha bisogno”.
Secondo Landini diventa sempre più impellente uno “scostamento più ampio dei 5 miliardi previsti” dal Parlamento nei giorni scorsi, perché l’aumento delle bollette, l’aumento dei prezzi e l’inflazione che si è determinata, stanno determinando una situazione non sostenibile per chi lavora, per chi ha una pensione, per chi deve mandare dei figli a scuola”.
Il numero uno della Cgil ha quindi preso le distanze dai rigidi equilibri economici che arrivano da Bruxelles. “Stiamo chiedendo – ha ribadito – che l’Italia si batta per cambiare anche le logiche europee del patto di stabilità, perché è necessario che in tutta Europa ci si renda conto che l’austerità va superata”.
Quello che vuole Landini “in poche parole” è “trovare la forma e il modo di aumentare il netto in busta paga e nelle pensioni per poter arrivare alla fine del mese”.
Una richiesta, quindi, che in mancanza di risorse aggiuntive non può che passare per una riduzione ulteriore del cuneo fiscale e delle percentuali di trattenute stipendiali.
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