È giunto alla terza edizione lo studio di Eurydice “Cifre chiave dell’insegnamento delle lingue a scuola in Europa”, un’indagine realizzata in collaborazione con la Commissione europea che fornisce un quadro esaustivo dei sistemi di insegnamento della lingua in vigore in 32 paesi europei.
Il rapporto esamina vari aspetti l’insegnamento delle lingue straniere, in particolare le caratteristiche organizzative, i livelli di partecipazione e l’iniziale e la formazione iniziale e continua degli insegnanti di lingue straniere, senza trascurare anche il modello Clil relativo all’insegnamento in lingua di materie non linguistiche.
Quello che emerge è la precocità dei bambini nell’apprendimento delle lingue straniere.
In generale, in Europa, gli studenti hanno fra i 6 e i 9 anni quando devono iniziare a studiare una lingua straniera. In Belgio, nella Comunità tedesca, si inizia addirittura a studiare a partire dai 3 anni.
Se da un lato però l’età degli studenti che iniziano a imparare una lingua straniera è diminuita, dall’altro l’orario complessivo di insegnamento, nei sistemi scolastici europei, non è aumentato in maniera significativa ed continuano ad essere dedicate poche ore rispetto alle altre materie.
In aumento invece il numero degli studenti che apprender due lingue straniere: nella maggioranza dei Paesi UE è obbligatorio l’insegnamento di due lingue per almeno un anno durante l’istruzione obbligatoria.
L’inglese è sempre la lingua straniera dominante in Europa, sin dal livello primario; ed è anche quella che viene considerata dalla maggior parte degli studenti la lingua più utile.
A seguire il tedesco e il francese come seconda lingua straniera più insegnata. Lo spagnolo si attesta la terza o quarta posizione fra le lingue più insegnate in un significativo numero di paesi, specialmente a livello secondario superiore. Lo stesso vale per l’italiano ma in un numero più basso di paesi. Il russo è la seconda lingua più insegnata in Lettonia, Lituania, e Bulgaria.
Sono pochi, invece, gli studenti che studiano lingue diverse da quelle appena descritte.
Infine, per quanto riguarda la formazione degli insegnanti, solo in pochi Paesi le normative ufficiali raccomandano ai docenti (o chi aspira a diventarlo) di trascorrere un periodo nel paese in cui si parla la lingua che andranno a insegnare. La media degli insegnanti di lingua straniera partecipanti all’ESLC che dichiara di avere già trascorso più di un mese per motivi di studio all’estero si attesta al 53,8% e gli insegnanti spagnoli raggiungono la più alta percentuale (79,7%).