Eurydice ha reso pubblici, in una nota diffusa sui portali Europei relativi al diritto all’istruzione, alla formazione continua e allo stato di salute complessivo dei sistemi scolastici, un report aggiornato a Settembre 2023 relativo allo stato complessivo di retribuzione dei lavoratori della scuola. Si badi che tale dicitura include docenti, assistenti di laboratorio, insegnanti tecnico-pratici e sostegno o equivalenti. Le numerose proteste – specie in Francia e nel Regno Unito – hanno talvolta paralizzato la risposta di sistemi scolastici alle principali mozioni di riforma, modernizzazione, secolarizzazione, processi intrinsechi ai sistemi sociali ed educativi che pare facciano fatica a prendere piede; ciò si evince, a prologo di tali vicende, dal limitatissimo ed insufficiente ricambio generazionale: l’anzianità del corpo docente – alla pari con la nota piramide delle età dei paesi europei in invecchiamento inarrestabile – aumenta a dismisura, le competenze del personale sostitutivo, per questioni di formazione ricevuta ed esperienza non risultano adeguati o allineati alle esigenze dell’attuale generazione in classe. Il welfare, in cui rientra anche l’aspetto retributivo, è carente o talvolta insufficiente: eccesso di mobilità, scarse tutele, e lotte sindacali spesso senza l’esito sperato. Il rapporto Eurydice offre un’istantanea abbastanza macabra: così come per lo sviluppo economico e la veicolazione degli investimenti (siano questi pubblici o privati), l’istantanea è di un’Europa a più velocità (sistemi in salute e ben remunerati, altri meno ed alcuni ai limiti dell’erogazione di attività di base).
Carenza insegnanti: professione sempre meno attrattiva
Gli insegnanti sono spesso acclamati come eroi da celebrare, ma in molti paesi europei si sentono sottovalutati e scendono addirittura in piazza per rendere noto il loro disappunto. Migliaia di scuole in Inghilterra hanno chiuso i battenti dopo che i sindacati degli insegnanti hanno votato per lo sciopero in quella che sarà la più grande azione sindacale degli ultimi dieci anni. I nuovi dati del Dipartimento per l’Istruzione (DfE) del Regno Unito mostrano che un numero record di insegnanti in Inghilterra – oltre 40.000, ovvero il 9% della forza lavoro – hanno abbandonato la professione lo scorso anno. Fa seguito anche a una serie di scioperi degli insegnanti avvenuti in tutto il Regno Unito all’inizio del 2023. Anche in Ungheria, migliaia di insegnanti hanno marciato a Budapest alla fine dello scorso anno, chiedendo salari più alti e riforme urgenti al governo dopo gli scioperi di settembre 2022. Circa 50 insegnanti sono stati addirittura licenziati per “disobbedienza civile” dopo aver organizzato scioperi. Fa parte di un quadro più ampio di malessere nel sistema educativo, con una crescente carenza di insegnanti che si diffonde in tutta Europa. In Francia, ci sono attualmente 4.000 posti vacanti, mentre le ultime stime in Germania suggeriscono una carenza di 25.000 insegnanti entro il 2025. La situazione è in gran parte dovuta alle condizioni di lavoro, compresi i salari stagnanti che sono esacerbati dalla crisi del costo della vita. Esistono differenze significative negli stipendi degli insegnanti tra i paesi europei. Gli stipendi iniziali lordi annuali ufficiali nelle scuole pubbliche dell’istruzione secondaria inferiore (ISCED 2) variavano da circa 4.233 euro in Albania a 69.076 euro in Lussemburgo nel 2020/2021, secondo ai dati nazionali compilati dalla Commissione Europea/EACEA/Eurydice. La retribuzione media degli insegnanti nei paesi dell’Unione Europea (UE) è di € 25.055.
Il quadro europeo: disparità, velocità, costi e riforme
Escludendo il Lussemburgo, lo stipendio iniziale annuo era superiore a 50.000 euro solo in due paesi, vale a dire Svizzera (66.972 euro) e Germania (54.129 euro). La retribuzione annua in Francia e in Italia era meno della metà di quello tedesco (si mantiene nella media UE – 25.000 € circa). La Bulgaria ha lo stipendio annuale degli insegnanti iniziali più basso tra i paesi dell’UE, pari a 7.731 euro. La cifra è inferiore a 10.000 euro anche in molti altri paesi dell’UE come Lettonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Polonia. Lo standard di potere d’acquisto (SPA) è “un’unità monetaria artificiale” sviluppata da Eurostat, utile come indicatore concernente il rapporto tra incoming e costs: dove un’unità PPS può teoricamente acquistare la stessa quantità di beni e servizi in ciascun paese indipendentemente dagli indicatori macroeconomici (PIL, rapporto spesa pubblica/PIL, debito pubblico). Considerando gli stipendi in termini di SPA si eliminano alcune differenze nel costo della vita tra i paesi, ma permangono ancora ampie disparità. La retribuzione degli insegnanti vista attraverso questa lente variavano da 7.824 SPA in Albania a 50.357 SPA in Germania. Sebbene lo stipendio iniziale lordo annuo degli insegnanti sia generalmente compreso tra 20.000 e 30.000 SPA, è ancora inferiore a 20.000 SPA in 10 paesi dell’UE: rispettivamente Estonia, Malta, Repubblica Ceca, Romania, Grecia, Bulgaria, Polonia, Ungheria, Lettonia e Slovacchia.