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Eurydice: Stipendi in crescita nella maggioranza dei paesi europei

Eurydice lancia il rapporto annuale dedicato agli stipendi degli insegnanti e dei capi di istituto in Europa e si viene sapere, ma già è noto, che negli ultimi sette anni, gli stipendi degli insegnanti continuano a registrare un aumento nella maggioranza dei paesi europei, derivati da un generale adeguamento degli stipendi di tutti i dipendenti pubblici. Ecco alcuni esempi:

  • in Germania, i 16 Länder stabiliscono gli stipendi dei dipendenti pubblici e li incrementano regolarmente per compensare l’inflazione;
  • in Danimarca, il contratto generale del 2015 prevede aumenti salariali e indennità aggiuntive per gli insegnanti di tutti i livelli;
  • in Spagna, la legge finanziaria del 2016 ha stabilito un aumento dell’1% degli stipendi di tutti i dipendenti pubblici, compresi gli insegnanti, con effetto dal 1° gennaio 2016;
  • anche nei Paesi Bassi, una recente riforma del governo sugli stipendi ha previsto un aumento generale delle remunerazioni per tutti i dipendenti pubblici;
  • in Portogallo, nel 2015, il governo ha revocato i tagli degli stipendi approvati nel 2014. I tagli saranno progressivamente eliminati nel corso del 2016.

 

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In Inghilterra, invece, c’è stato, oltre ad un incremento dell’1% degli stipendi degli insegnanti nell’ambito della politica del governo di adeguamento generale degli stipendi di tutti i dipendenti del settore pubblico, un ulteriore incremento del 2% dello stipendio contrattuale massimo, nell’ottica di rendere più attrattiva la professione docente nella prima fase della carriera, dove più alto è il rischio dell’abbandono della professione.

In un altro gruppo di paesi, gli stipendi dei docenti non hanno subìto cambiamenti significativi rispetto agli anni precedenti. Nella fattispecie in Belgio, Francia, Croazia, Lettonia, Lussemburgo, Polonia, Finlandia, Irlanda del Nord e Bosnia e Erzegovina

Solo in Italia, e Cipro, gli stipendi dei dipendenti pubblici (compresi quelli degli insegnanti) continuano a rimanere congelati. Il governo italiano, spiega Eurydice, per ridurre il deficit pubblico, ha congelato gli stipendi nel 2010, inizialmente fino al 2013, ma la misura è stata estesa da allora ogni anno.

La differenza tra gli stipendi contrattuali minimi e massimi e il numero di anni di servizio necessari per raggiungere il massimo dello stipendio variano in maniera significativa da paese a paese.

I cinque paesi con la maggiore percentuale di incremento dal minimo al massimo stipendiale (più del 100%) sono Ungheria, Romania, Cipro, Irlanda, e Paesi Bassi. Tuttavia, se in Ungheria e Romania per arrivare al massimo dello stipendio gli insegnanti devono vantare rispettivamente 42 e 40 anni di servizio, in Irlanda, Cipro e Paesi Bassi ne occorrono molto meno, rispettivamente 22, nei primi due, e 15 anni. Una percentuale minore di incremento salariale (50% o meno) non è necessariamente correlata a una minore durata degli anni di servizio che possono variare da 6 a 40, a seconda del paese. Se i docenti di alcuni paesi percepiscono lo stipendio contrattuale massimo relativamente presto nella loro carriera, in molti paesi possono occorrere più di 30 anni: Spagna (39 anni), Croazia (35 anni), Italia (35 anni), Repubblica ceca e Slovacchia (32 anni), ecc. Alcuni paesi, infine, non prevedono aumenti salariali legati all’anzianità di servizio ma ad altri fattori, come per esempio la qualità della performance. È il caso della Svezia, dove la remunerazione degli insegnanti è stabilita a livello locale e gli aumenti sono contrattati a livello individuale, e dell’Inghilterra e Galles, in cui il sistema di incremento e progressione salariale basato sull’anzianità di servizio è stato sostituito da un Performance-related pay scheme dal settembre 2014.

Tuttavia, in 16 sistemi educativi, gli insegnanti possono essere premiati con remunerazioni aggiuntive anche per la qualità del loro lavoro, in seguito a un giudizio positivo sulle loro performance o sulla base dei risultati dei loro studenti. Per esempio, in Lettonia, gli insegnanti che ottengono il 3°, 4°, 5° livello di qualità nell’ambito del “Sistema di valutazione di qualità dell’attività professionale dei docenti” percepiscono un’indennità “di performance”; a seconda delle municipalità, questa indennità può arrivare fino al 7% dello stipendio.

Anche in Austria gli insegnanti possono percepire una somma forfettaria oppure un bonus per performance eccellenti o per il loro coinvolgimento in progetti particolarmente meritevoli. In Polonia, può essere assegnato un bonus specifico in particolare per la qualità dell’insegnamento e per l’introduzione di un’innovazione efficace nella pratica didattica. Infine, in Francia e nel Regno Unito, se un giudizio positivo della performance non viene direttamente premiato con un’indennità aggiuntiva allo stipendio, può comunque essere preso in considerazione per la progressione nella scala stipendiale.

Pasquale Almirante

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