Negli ultimi giorni i 5 mila ex Lsu internalizzati con contratti part-time si sono rivolti allo Stato per chiedere il completamento orario e arrivare ad uno stipendio pieno. Ne parliamo con Luigi Gallo (M5S), presidente della Commissione Istruzione della Camera, che ha dato impulso ad un emendamento del M5S al decreto scuola n. 22, in discussione al Senato, per l’attribuzione di incarichi aggiuntivi al personale Ata assunto a tempo indeterminato con un monte orario uguale o inferiore a 18 ore settimanali: i costi, anche per le aperture straordinarie pomeridiane, si coprirebbero utilizzando i fondi Pon.
Onorevole Gallo, in questi giorni di scuole chiuse molti Lsu assunti dopo tanti anni come Ata si sentono beffati perchè collocati in part time. Cosa si sente di dirgli?
La prima cosa è che più di 9 mila lavoratori sottopagati e sfruttati per 20 anni hanno avuto un contratto a tempo indeterminato e sono diventati collaboratori scolastici a tutti gli effetti, parte integrante della comunità scolastica e dipendenti dello Stato, mentre altri hanno avuto un contratto sempre a tempo indeterminato part time.
Quindi gli ex Lsu dovrebbero essere grati al Governo?
Non voglio immaginare cosa sarebbe successo a questi lavoratori se fossero rimasti alle dipendenze di aziende private senza più appalti di pulizia per così lungo tempo.
È finita qui o dobbiamo aspettarci dell’altro?
Oggi abbiamo 13 mila collaboratori scolastici in più. Però continuo a rivendicare un epocale intervento capace di cancellare un pezzo di privatizzazione della scuola pubblica.
Per chi è stato assunto in part time si può fare qualcosa?
È chiaro che sono vicino ai lavoratori che restano comunque in difficoltà e sto predisponendo più soluzioni per aumentare le ore e il reddito per i lavoratori part time. Qualche novità ci potrebbe essere già al Senato sul decreto scuola (dipenderà dall’esito dell’emendamento per l’attribuzione di incarichi aggiuntivi presentato dal M5S n.d.r.).
Quante possibilità ci sono che il loro rapporto di lavoro diventi a tempo pieno?
Il primo passo è di dare priorità ai lavoratori part time in tutti i progetti extracurriculari nei prossimi tre anni, poi lavorerò per garantire con priorità il completamento delle ore con altre supplenze.
Quanto tempo ci vorrà perché arrivino a 36 ore settimanali?
Appena i vincoli di bilancio lo permetteranno, lavorerò per aumentare l’organico dei collaboratori che potrebbero aiutarci in questo periodo di emergenza a garantire l’apertura delle scuole e gestire in sicurezza gli spazi della didattica interni ed esterni alla scuola.