Salvatore Campisi, considerato una delle nuove leve della mafia barcellonese, collegato in videoconferenza al processo d’appello dell’operazione ”Vivaio”, parla delle estorsioni, della sua rapida ascesa a capo del gruppo di Terme Vigliatore, di come è maturata la decisione di avviare la collaborazione con la giustizia e ”chiudere definitivamente con il passato è una vita che non porta a niente di buono”.
Si rivolge ai giovani come lui che dice ”non devono distruggersi la vita”.
Campisi prende occasione dal processo in corte d’assise d’appello sulle infiltrazioni mafiose negli affari delle discariche di Mazzarrà e Tripi, per dire ai ragazzi di ”non percorrere la sua stessa strada e cambiare rotta”. ”Ho iniziato a collaborare il 18 luglio 2012 perchè ho capito che questa vita non porta niente di buono. Sono ancora giovane, ho perso le cose più importanti della mia vita che sono la mia compagna e mio figlio Ma mi sento di dire che sono cambiato”
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