Categorie: Politica scolastica

Expo: “Nutrire la scuola con nuove vitamine”

 

Nell’hangar di Bicocca si è svolto l’evento “Expo delle idee” al fine di predisporre, con la partecipazione di 500 esperti nazionali e internazionali. La Carta di Milano”, che dovrà diventare un punto di riferimento comune tra tutte le Nazioni per debellare la fame e la povertà. Sarà questa un’eredità immateriale fatta d’idee, di conoscenze e di consapevolezze diffuse, nei cittadini, nelle imprese e nella politica, forse ancor meglio della Tour Eiffel di Parigi o dell’Atomium di Bruxelles, quale segno dei tempi e risposta all’uomo di oggi.

Il ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina, ha esortato il Governo a inserire nella Costituzione un articolo sul «diritto a un cibo adeguato» e così l’Italia sarebbe la prima in Europa, mentre tale diritto è già riconosciuto nel mondo da 23 Paesi, tra i quali il Brasile, l’India e il Messico.

Il diritto ad un cibo adeguato potrebbe essere la prima risposta all’emergente problema della fame, evitando gli sprechi ed operando nel rispetto della terra.

Il cibo non è soltanto quello materiale che nutre il corpo, ma anche quello che nutre la mente e quindi anche la scuola ha bisogno di essere nutrita. Accanto alla “E” dell’economia occorre mettere la “E” dell’Educazione e bilanciarne l’equilibrio, Oggi, purtroppo, prevale l’economia, ma, in realtà sono l’educazione e la cultura che salvano il mondo.

Nutrire la scuola può diventare lo slogan dell’Expo 2015, che è visto con positivo ottimismo dal 78% dei giovani intervistati come emerge dall’indagine del “Rapporto Giovani” promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno delle Fondazioni Cariplo e Intesa SanPaolo.

I giovani sono in larga misura pronti a scommettere sul successo di Expo 2015. La maggioranza la considera un’opportunità da cogliere e larga è la voglia di partecipare. Miglioramento dell’immagine di Milano, potenziamento dei servizi, possibilità occupazionali.

Come la Coldiretti lamenta che con la chiusura in media di 60 aziende al giorno l’agricoltura italiana si presenta all’Expo con 155mila imprese in meno rispetto all’inizio della crisi nel 2007 e non può permettersi di perdere l’opportunità di rilancio offerta dalla grande esposizione universale” così la scuola potrà lamentare il disagio e la disattenzione da parte dei Governi, mostrando una realtà scolastica povera, carente nelle strutture e attrezzature, limitata e bloccata nello sviluppo dell’aggiornamento e dell’innovazione a causa della riduzione delle risorse economiche e umane che, di fatto, ne mortificano lo sviluppo.

Quando l’allora Ministro dell’Istruzione Sergio Mattarella nel 1989-1990 introdusse nella scuola l’Educazione alla salute, grande spazio venne riservato alla prevenzione della droga e all’educazione alimentare e ambientale.

Oggi è la stessa scuola che necessita di essere rinforzata, protetta e potenziata. Non bastano i buoni propositi della Buona Scuola, occorrono i fatti e la concretezza delle azioni.

La complessità del sistema non consente di agire in maniera risolutiva e immediata, ma non bisogna neanche far passare il tempo e rimanere a guardare sulla riva del fiume.

Nutrire la scuola significa potenziare le strutture, migliorare l’edilizia, dare sicurezza e qualità ai servizi prestati e quindi (mense, trasporti, palestre, laboratori.)

Mentre la Coldiretti difende l’Economia, il lavoro nelle campagne, a sostegno dei prodotti locali, e contro le importazioni selvagge, la scuola italiana dovrebbe difendere e sostenere la qualità dell’Educazione che oggi si manifesta nella condizione di grave “emergenza educativa” anche a causa dello sfaldamento dei valori portanti della società civile: la famiglia, la cittadinanza, il rispetto, la legalità;

Nutrire la scuola significa rispondere al fenomeno della dispersione scolastica che causa danni sociali irreparabili per il futuro della comunità civile;

Nutrire la scuola significa somministrare forti dosi di vitamine “A” che danno amore e attenzione pedagogica nell’esercizio della professione; di vitamine “B” che rinforzano le buone intenzioni e i buoni propositi per un lavoro didattico efficace ed efficiente; di vitamine “C” che danno coerenza all’impegno professionale attivando la cooperazione, la collaborazione e la convergenza educativa anche con le famiglie; di vitamine “O”, che portano ottimismo e fiducia per svolgere con entusiasmo il non facile compito di docenti-educatori;

Nutrire la scuola vuol dire anche assicurare un organico funzionale alla realizzazione dei progetti di qualità;

Nutrire la scuola è anche garantire una buona riserva nella “dispensa” e non attendere soltanto che siano i “contributi volontari” ad assicurare i viveri ed il necessario per andare avanti;

Nella recente trasmissione “Presa diretta” su Rai 3, i due volti della scuola sono emersi evidenti e la doppia immagine della medaglia rivela e documenta una realtà che ha bisogno di cure e di attenzioni oltre che di adeguato “nutrimento”, capace di garantire un’efficace crescita e sviluppo per il futuro della società.

Nutrire la scuola significa appunto “nutrire il Pianeta” e garantire il futuro alla terra, che ci è stata data in dono e della quale siamo tutti custodi.

 

Giuseppe Adernò

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