Fa già discutere la notizia della presentazione da parte dell’onorevole Aprea del disegno di legge che dovrebbe rivedere composizione e funzionamento degli organi collegiali della scuola nonché lo stato giuridico del personale docente.
Fra le associazioni dei precari serpeggia malumore e malcontento soprattutto per il timore che le nuove regole sul reclutamento (concorsi a livello di istituzione scolastica) possano portare alla cancellazione di fatto delle graduatorie permanenti.
In realtà il progetto di Valentina Aprea non tira in ballo le graduatorie dei precari che non potranno essere cancellate nel giro di poco tempo, anche perché, prima che si arrivi (se mai ci si arriverà) alle assunzioni fatte direttamente dalle scuole, passeranno ancora alcuni anni.
I precari storici contestano anche i contratti di “inserimento formativo al lavoro” previsti dall’art. 15 del ddl rivolti ai docenti neolaureati che verrebbero inseriti in un albo regionale dal quale le scuole, in accordo con l’Ufficio scolastico regionale, dovrebbero attingere per stipulare contratti a tempo determinato. Il timore dei precari è che questo meccanismo determini favoritismi se non addirittura arbitrii da parte dei dirigenti scolastici.
L’Andis (associazione professionale dei dirigenti scolastici, tradizionalmente vicina alle forze di centro-sinistra) condivide non poche delle idee contenute nel progetto: in realtà l’Associazione non si è espressa direttamente, ma già nel documento conclusivo del Consiglio nazionale conclusosi a Torino il 16 maggio aveva sostenuto “appare oggi opportuno valorizzare il ruolo della singola scuola anche nelle selezione del personale”.
L’Andis aggiunge anche che “la formazione in servizio deve essere sottratta, come in generale le questioni di stato giuridico, alla contrattazione sindacale e definita per legge” muovendosi in tal modo in netta controtendenza rispetto alle organizzazioni sindacali che tendono invece a rivendicare una progressiva estensione della contrattazione nazionale e decentrata.
E, nella giornata del 3 giugno, Cisl Scuola ironizza sulla vastità del ddl di Aprea (“c’è materia più che sufficiente per un programma di legislatura”, sostiene il segretario nazionale Francesco Scrima). Entrando poi nel merito della questione Cisl Scuola afferma: “Pur nel rispetto della sovranità del Parlamento e del potere di proposta dei parlamentari, consideriamo l’iniziativa intempestiva e inopportuna nel metodo, inaccettabile e da contrastare nel merito”.
A questo punto si attendono anche le prese di posizione degli altri sindacati che sicuramente faranno ben presto sentire la propria voce.
Per visionare la proposta di legge, presentata il 12 maggio 2008 alla Camera dei deputati dall’on. Valentina Aprea, consulta il box “Approfondimenti”.