Molte interiezioni sono prive di forma e di significato ben definiti, ma variano di volta in volta, secondo il contesto in cui vengono a trovarsi. In altre parole l’interiezione è la parte invariabile del discorso che serve ad esprimere un moto improvviso dell’animo: stupore, meraviglia, rammarico, gioia, rabbia, sdegno. L’interiezione può essere propria o impropria, quella propria si ha quando la stessa è costituita da un suono più che da una parola vera e propria (ah!, oh!, uh!, ohi!, ahi!, ohimè!, ahimè!, uffa!, ohibò!); quella impropria si ha quando è un nome, un aggettivo, un verbo e un avverbio (bravo!, bene!, viva!, evviva!, abbasso!, peccato!, accidenti!, basta!, zitto!, coraggio!, salute!, attenti!).
Nel caso della prova di italiano invalsi 2014 proposta a una quinta classe della primaria, nel testo A Kannitverstan scrive: “Ha, ha! Guarda un po’ chi salta fuori di nuovo”. La polemica nata nel social network Facebook riguarda proprio le due interiezioni “Ha, ha!” che secondo alcuni docenti dovevano essere scritte come interiezioni proprie “ah, ah!”. A questo punto per sciogliere ogni dubbio basta citare il sito web della Treccani, Vocabolario on line, che alla voce ha dice: “‹ha› interiez. – Suono, di solito ripetuto, che accompagna un riso ironico o sarcastico, per esprimere irrisione non grave ma in tono un po’ risentito: ha ha, te l’avevo detto, peggio per te. In genere, la pronuncia aspirata dell’h è più o meno marcata a seconda dell’enfasi con cui si vuole sottolineare il riso”.
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