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Fa la primina e le superiori in quattro anni, si diploma a sedici e si laurea in ingegneria a venti: esempio brillante o tossico?

Una storia di impegno, passione per lo studio e resilienza: la protagonista è una ragazza originaria della provincia di Brindisi che si è laureata a soli vent’anni in Ingegneria chimica al Politecnico di Torino. Come riporta La Repubblica, la sua carriera scolastica è stata da sempre brillante.

Un percorso in ascesa

La ragazza è già impegnata con la magistrale in Biotecnologia alimentare. La studentessa ha fatto la “primina”, è entrata nella scuola primaria in anticipo, e poi si è diplomata in quattro anni invece che in cinque, guadagnando così ulteriore tempo.

“Ho fatto l’orale di maturità che avevo ancora 16 anni, ne ho compiuti diciassette il giorno dopo – ricorda – avevo una buona media, fra l’8 e il 9, e mi sono trasferita a Torino per l’università che ero ancora minorenne”.

La mamma non c’è più, la ragazza l’ha persa quando aveva 11 anni, è figlia unica e il papà è stato sempre al suo fianco permettendole di crescere e trovare la sua strada. “La laurea la dedico a lui, perché mi ha sempre supportato per ogni esame, con tutta l’ansia che si portava dietro”.

Parlare dei successi di chi è brillante è tossico?

Ad ottobre del 2022 ha fatto discutere la notizia relativa alla laurea di Carlotta Rossignoli, ventitreenne veronese che ha il merito di essersi laureata con 11 mesi di anticipo in medicina con voto 110 e lode e menzione d’onore all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

Questa studentessa brillante è stata lodata per il suo risultato eccellente, per averlo raggiunto in fretta e per aver avuto un obiettivo preciso per il quale ha faticato senza dare spazio ad altro nella vita. “Non ho perso tempo, non perdo mai tempo. Mi aiuta poi il fatto di dormire poco, per me il sonno è tempo perso”, ha dichiarato ai media.

Per molti, però, si tratta di una narrazione alquanto tossica, che spinge gli studenti ad avere obiettivi troppo difficili da ottenere, con conseguente frustrazione di chi non riesce.

Laura Bombaci

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