Un fenomeno relativamente nuovo che sta prendendo campo in Italia, sulla scia dei paesi anglosassoni, è l’apertura dei FabLab dentro le Scuole.
A parte qualche scuola particolarmente innovativa che ha anticipato i tempi, la grande spinta è arrivata con il bando ministeriale relativo agli Atelier Creativi rivolto alle scuole italiane dove venivano finanziati progetti che comprendessero la realizzazione di un laboratorio ispirato ai FabLab per tipo di attrezzatura e modalità di lavoro.
Un Fablab è un laboratorio di prototipazione aperto a tutti, in cui la tecnologia è collaborativa e, soprattutto, diffusa. Un po’ come le botteghe di un tempo, vero nodo di un’economia locale, in grado di unire tutti gli attori di un territorio. Il cuore di un Fablab può essere, ad esempio, la stampante 3D, una tecnologia che permette di innovare i processi produttivi velocizzando senza precedenti la prototipazione e personalizzando a più livelli i prodotti che un’azienda può offrire.
Nelle economie occidentali più avanzate le discipline S.T.E.M. (Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono considerate l’asse portante di un sistema scolastico orientato al progresso scientifico e tecnologico. I FabLab rappresentano un modello che avvicina i ragazzi all’innovazione, al lavoro di gruppo, al pensiero scientifico, al problem solving, ovvero all’acquisizione di una serie di competenze che nella scuola italiana risultano essere ancora insufficienti, come evidenziato proprio dai test PISA.
L’obiettivo didattico centrato sulle dinamiche dei Fablab è quello di dare risalto ai processi operativi e alle dinamiche risolutive che gli studenti devono svolgere in team interdisciplinari e intergenerazionali.
Il risultato è un percorso di apprendimento sociale e condiviso in cui gli aspetti caratteriali e motivazionali dei singoli sono state risorse fondamentali per ciascun team e possono generare ottimi risultati in termini di performance.
Costruire un Fablab in ogni istituto superiore permetterà di formare gli studenti prima ancora che essi si affaccino al mondo del lavoro. Ma non solo. Introdurre la manifattura digitale a scuola vuol dire creare un laboratorio di ricerca per le imprese e gli artigiani, un passo fondamentale per la crescita di un territorio.
L’attenzione ai processi e l’apprendimento condiviso sono alcuni degli aspetti più importanti quando si parla di innovazione del lavoro. In questo ambito le Scuole e le Università sono in ritardo nel compiere questa importante missione educativa.
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