Il senatore Fabrizio Bocchino (Sinistra Italiana) ha inviato alla nostra redazione un suo intervento sulla “chiamata diretta”. Queste le indicazioni al riguardo.
In questo periodo si stanno svolgendo nelle scuole i collegi dei docenti (CD) che dovrebbero deliberare sulla proposta del dirigente scolastico (Ds) per le chiamate dirette. Vengono finalmente al pettine tutti i nodi peggiori della legge 107 c.d. “buona scuola”. Proviamo a metterli in fila.
1) I sindacati hanno provato ad arginare lo strapotere dei dirigenti firmando un accordo con il governo che prevedeva che il Ds presenti al collegio una proposta di 6 requisiti scelti fra titoli e esperienze, già presenti tra 18 voci indicate alla tabella A della nota Miur 19/4/2017, prot. n. 16977. Da notare però che sulle competenze professionali, nessun passaggio per il collegio dei docenti è previsto.
2) Tale accordo è stato sbandierato come un depotenziamento dei poteri dei Ds e dunque come una chiara vittoria della contrattazione a danno dell’impianto verticistico della 107, ma temo le cose stiano diversamente:
– infatti, se il collegio dei docenti dovesse accettare la proposta del dirigente, si rende corresponsabile delle chiamate dirette,
– se il collegio dei docenti dovesse rigettare la proposta del dirigente o ne chiedesse la modifica dei requisiti, nulla cambierebbe in quanto il Ds potrà comunque fare la propria scelta liberamente in quanto unico depositario della valutazione delle “competenze professionali ” che non passano attraverso il collegio dei docenti.
3) È evidente dunque che l’accordo Governo-sindacati sulla chiamata diretta lascia completamente intatto quell’impianto verticistico che nulla ha a che fare con la natura collegiale della scuola statale e che invece è intrinseco alla legge 107.
Per tutti questi motivi ho notizia di tanti collegi dei docenti che si stanno orientando a mettere in votazione delle mozioni pregiudiziali alla votazione del pacchetto precostituito di requisiti ed esperienze presentato dal Ds dove richiedono di non esprimersi. Votano se votare o meno la proposta del Ds. In pratica contestano in toto la proposta del Ds smascherando la presa in giro del governo e ribadiscono la loro estraneità al meccanismo della chiamata diretta.
Solo con una civile ma fortissima opposizione in seno al CD, garantita ancora da quel poco di democrazia che è rimasta nella scuola, si potranno gettare le basi per un’inversione di tendenza.
Pubblico qui di seguito uno schema di mozione con cui il CD può prendere le distanze dalla chiamata diretta.
Esempio di mozione:
Gli insegnati Tizio, Caio e Sempronio chiedono che pregiudizialmente alla votazione di accoglimento o rigetto della proposta del/della dirigente scolastico/a il collegio possa esprimersi sulla volontà di deliberare su tale punto in quanto si ritiene che compito e funzioni del collegio dei docenti siano estranei al meccanismo della chiamata diretta e ritengono altresì che, comunque e in ogni caso, il dirigente scolastico rimanga unico responsabile dell’individuazione del/della collega candidato/a in quanto completamente libero di valutare le competenze professionali estranee all’esame di codesta assemblea collegiale. Vuole il collegio non votare la delibera di cui al punto …… dell’odierno ordine del giorno?
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