Il “Commissario ai banchi numerosi” decise che era meglio avere più alunni con le ruote, cioè dotati di miracolosi “Banchi-Anti-Covid-19”, anziché meno alunni per classe, ben distanziati in base ad inconfutabili calcoli matematico-geometrici. Lo Stato stanziò 1 miliardo e 200 milioni di euro (appena 400 euro per banco!), più che sufficienti per creare classi poco numerose, e quindi “Anti-Covid-19”.
L’arrivo dei nuovi “Banchi-Anti-Covid-19” venne accolto con viva e vibrante soddisfazione dai “Non-Esperti-di-Scuola” del “Sommo Comitato”, e con incommensurabile gioia dalle alunne e dagli alunni più turbolenti delle Scuole Elementari, delle Medie e dei primi anni delle Superiori. Venne organizzato, nel giro di appena tre giorni, il “Primo Torneo d’Istituto Alunni con le Ruote”, ovviamente nella pista naturale del corridoio del Corso “C”. I risultati ospedalieri superarono di gran lunga quelli sportivi: frattura del braccio destro per la Segretaria, che si era ostinata a voler passare nel corridoio del Corso “C” proprio nel momento dello sprint finale; ferita lacero-contusa alla fronte dell’alunna “Questo-è-il-mio-carattere”, caduta dalle sue ruote e atterrata su quelle del compagno di classe “Faccio-quel-che-mi-pare”; lussazione della spalla sinistra per il Professore di tecnologia, colpito dal piano porta-computer dello studente “Faccio-venire-mio-padre” mentre tentava eroicamente di salvare un tablet da assegnare in comodato d’uso.
Alle Elementari, l’alunna “Lo-dico-a-mia-madre” si aggirava nell’aula della Quinta “M” già dalla prima ora e, nonostante i cortesi e ripetuti inviti del Maestro di Religione, aveva ampiamente superato il decimo grado della “Scala-Giobbe” della pazienza umana. Per fortuna, alla terza ora era prevista la lezione in Aulamusica: tanti strumenti, zero banchi e sedie prive di ruote.
La “Magic Band” eseguì un brano strumentale del nuovo repertorio, mentre il resto degli “alunni-senza-ruote” ascoltava con grande attenzione. La performance ricevette il convinto applauso di tutta la classe. Mentre bambine e bambini si apprestavano a risalire sulle ruote nella loro aula, la Maestra a Righe pensò sottovoce: “Com’era bello quando gli alunni non avevano le ruote…”.
Antonio Deiara
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