L’idea della possibilità dell’iscrizione degli studenti universitari nelle graduatorie d’istituto non è delle migliori, perché si dequalifica ancora di più l’insegnamento.
Ci sono docenti con diversi anni di insegnamento in classi di concorso in esubero che attendono di ottenere il contratto a tempo indeterminato, mentre ora si aprono le porte agli studenti universitari che si troveranno dall’oggi al domani su una cattedra. E le conoscenze psicopedagogiche dove le mettiamo.
Per salire su una cattedra bisogna aver frequentato una scuola di specializzazione, superato un pubblico concorso, oppure essere laureati e aver superato un concorso ordinario.
Insomma tutto deve passare attraverso il concorso, anche per le iscrizioni nelle graduatorie di I e II fascia riservate ai docenti abilitati. Se non si è abilitati non si può salire in cattedra.
Cosa ben diversa per le supplenze brevi e saltuarie che, in alcune graduatorie di III fascia d’istituto possono essere affidate a personale con il solo titolo di studio, presumibilmente laurea o diploma.
Chi, invece, è ancora iscritto all’università deve concentrare le sue energie sul completamento del corso di studi e poi scegliere se intraprendere la strada dell’insegnamento. Prima no.
Mario Bocola