Gli Stati Uniti precorrono i cambiamenti degli stili di vita dei Paesi moderni: quel che accade a New York oggi è probabile, con le dovute eccezioni, che diventi realtà nel vecchio continente nei prossimi due-tre anni. Ecco perché non possiamo essere indifferenti a mutamenti in atto come quelli inviatici in questi giorni dai media statunitensi a proposito della sempre maggiore dipendenza dei giovani rispetto alle nuove tecnologie: ormai i ragazzi dormono con il cellulare acceso, scrivono decine di sms al giorno, appena aprono gli occhi controllano la posta elettronica e fanno tardi a scuola per scambiarsi le prime sensazioni della giornata tramite Facebook.
La novità à che se nella nostra attuale cultura questo modo di vivere appartiene solo agli under 16, i cosiddetti “nati digitali”, nati con pc, internet e cellulare sotto braccio, dall’altra parte dell’oceano si scopre che ormai la “moda” ha catturato anche gli adulti. Le famiglie americane stenterebbero, in blocco, ad uscire da casa al mattino perché letteralmente “intrappolate” dalla comunicazione a distanza.
E non si tratterebbe di tendenze in atto amplificate dai media per riempire gli spazi lasciati vuoti dai redattori in ferie: i dati raccolti dalla Arbor Networks, una società di Boston che analizza l’utilizzo di Internet, dicono che il traffico online sulla costa Est degli Stati Uniti cala gradualmente dopo la mezzanotte per poi risalire velocemente già verso le 6 del mattino, molto prima che aprano gli uffici. E la stessa cosa vale per i cellulari: moltissimi sono anche coloro che inviano messaggi col telefonino personale nelle prime ore della giornata. Rispetto all’anno scorso, per esempio, il numero di sms inviati tra le 7 e le 10 del mattino dagli abbonati della compagnia telefonica statunitense Verizon Wireless è aumentato del 50%.
“Servirsi della tecnologia fin dalle prime ore dell’alba – scrive il New York Times, non è più un pallino solo di professionisti in carriera, ma sta diventando abitudine diffusa. Genitori che svegliano i figli che dormono al piano di sopra con un sms, oppure adolescenti che arrivano tardi a scuola perché si distraggono con i propri amici scambiandosi messaggi su Facebook, sono – secondo il quotidiano – esempi di una tendenza che va diffondendosi e che anche le famiglie che tentano di imporre abitudini diverse faticano ad arginare. “Noi usiamo gli sms come un citofono interno alla casa” racconta Thomas Guide, assistente universitario alla Michigan State University e padre di due bambini.
Anche secondo Naomi Baron, professoressa di linguistica all’American University e profonda conoscitrice del ruolo sociale della tecnologia, le abitudini mattutine degli americani stanno repentinamente cambiando. “La cosa che facciamo per prima appena alzati è cambiata drammaticamente. Sono la prima ad ammetterlo: al mattino, la prima cosa che faccio, è controllare le mie e-mail”.
“Servirsi della tecnologia fin dalle prime ore dell’alba – scrive il New York Times, non è più un pallino solo di professionisti in carriera, ma sta diventando abitudine diffusa. Genitori che svegliano i figli che dormono al piano di sopra con un sms, oppure adolescenti che arrivano tardi a scuola perché si distraggono con i propri amici scambiandosi messaggi su Facebook, sono – secondo il quotidiano – esempi di una tendenza che va diffondendosi e che anche le famiglie che tentano di imporre abitudini diverse faticano ad arginare. “Noi usiamo gli sms come un citofono interno alla casa” racconta Thomas Guide, assistente universitario alla Michigan State University e padre di due bambini.
Anche secondo Naomi Baron, professoressa di linguistica all’American University e profonda conoscitrice del ruolo sociale della tecnologia, le abitudini mattutine degli americani stanno repentinamente cambiando. “La cosa che facciamo per prima appena alzati è cambiata drammaticamente. Sono la prima ad ammetterlo: al mattino, la prima cosa che faccio, è controllare le mie e-mail”.
Insomma igiene personale, colazione, giornale e tv – le tappe che hanno scandito il risveglio dai Paesi più ricchi negli ultimi decenni – sembrano doversi piegare alle nuove tecnologie, a cui viene riservato il primo posto. Una tendenza in atto su cui vale la pena soffermarsi: quando anche da noi comincerà a coinvolgere i grandi numeri come si comporteranno i datori di lavoro (verso gli adulti) e i docenti (verso gli studenti) arrivati in ritardo e con la testa ancora a Facebook? Che piaccia o no i tempi cambiano: tanto che presto potrebbero diventare ricordi sbiaditi quelli dei nostri ragazzi che si alzano dal letto un’ora prima per ripetere ad alta voce e preparare al meglio l’interrogazione o il compito di matematica.