Si fa sempre più osmotico il rapporto tra i giovani ed internet: tanto che sette adolescenti su dieci possiedono un profilo su Facebook. Il problema è che i giovani, per definizione, spesso sottovalutano i rischi di un uso troppo disinvolto della Rete: quattro, sempre su dieci, hanno avuto almeno una volta richieste di un incontro dal vivo da parte di uno sconosciuto sul web. I dati, emersi dal X rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, redatto dall’associazione Telefono Azzurro insieme all’Eurispes, fanno quindi riemergere il problema della sicurezza on line.
Secondo lo studio il 71,1% dei degli adolescenti possiede un profilo su Facebook, il 17,1% su MySpace e il 10,4% uno su Habbo. Per i ragazzi Facebook è uno strumento utile ritrovare vecchi conoscenti (24%) e per stringere nuove amicizie (14,9%), ma c’è anche chi lo considera un mezzo pericoloso per la propria privacy (5%).La ricerca rivela che quasi metà degli adolescenti ha avuto esperienza di contatti in rete fornendo dati personali (47%) e il 39,8% ha ricevuto almeno una volta richieste di un incontro dal vivo da uno sconosciuto sul web. Aumentano vertiginosamente poi in particolare i bambini sotto gli 11 anni che chattano: se nel 2005 erano poco più del 13%, oggi rappresentano oltre il 40%.
Per aiutare gli istituti scolastici a focalizzare i messaggi più corretti da trasmettere ai giovani, Telefono Azzurro ha redatto, insieme alla Polizia delle Comunicazioni, un agile libretto pratico sul rapporto tra adolescenti e la Rete: all’interno, oltre le cose da sapere in questo ambito, anche il quadro normativo che lo regola. E che a volte viene disatteso solamente perché non lo si conosce.
Secondo il suo presidente, Ernesto Caffo, le attuali sono “generazioni particolarmente curiose, che se da un lato dimostrano attenzione e familiarità nei confronti della rete a livello tecnologico, dall’altra non hanno ancora gli strumenti per poter individuare i possibili pericoli. Se non guidati, orientati e consigliati rischiano di cadere nelle trappole che la vita reale purtroppo tende loro quotidianamente“. Largo, quindi, ad informazione e prevenzione in un campo, quello virtuale, che sta diventando sempre più il pane quotidiano dei nostri ragazzi ma di cui troppo spesso si esaltano solo gli aspetti positivi.