Sugli studi universitari i numeri condanno l’Italia: Eurostat ha di recente sentenziato che siamo il penultimo stato in Europa per quota di laureati tra i 25 e i 34 anni, peggio dell’Italia fa solo la Romania. Sul fronte dei laureati in discipline scientifiche, poi, siamo ancora messi peggio. Perché gli studi definiti più “pesanti” sono ancora meno gettonati. Fa un certo effetto, in un Pease come il nostro, quindi, dove c’è sempre più diffidenza verso gli studi accademici, apprendere che il professor Giorgio Parisi possa essersi aggiudicato il Nobel per la Fisica 2021: fisico teorico dell’Università Sapienza di Roma e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei, il 73enne Parisi è stato premiato per le sue ricerche sui sistemi complessi.
La sua è stata una carriera scientifica ricca di successo. Parisi ha non a caso dedicato la sua carriera scientifica a temi di frontiera: dal bosone di Higgs al comportamento dei sistemi complessi, come le reti neurali, il sistema immunitario o il movimento di gruppi di animali, con i meccanismi alla base delle perfette formazioni degli uccelli in volo e le cui regole potrebbero spiegare anche comportamenti umani complessi, come gli andamenti elettorali o le turbolenze dei mercati azionari.
Il suo lavoro si è svolto in massima parte in Italia, come docente di Fisica Teorica nell’Università Sapienza di Roma, come ricercatore associato dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) ed è stato presidente dell’Accademia dei Lincei dal 2018 al 2021.
Sono stati numerosi i contributi determinanti e ampiamente riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale che Parisi ha dato nei campi della fisica delle particelle e della meccanica statistica, della fluidodinamica e della materia condensata, fino ai supercomputer.
Nato a Roma il 4 agosto 1948, Parisi si è laureato in fisica alla Sapienza nel 1970 sotto la guida di un altro grande fisico italiano, Nicola Cabibbo.
“Sono felice, non me lo aspettavo, ma sapevo che avrebbero potuto esserci delle possibilità”, ha detto Parisi in collegamento con l’Accademia delle Scienze di Stoccolma.
Parisi, infine, si è augurato che i nostri studenti eccellenti non “emigrino” tutti all’estero. Il problema non è di poco conto: anche la Corte dei Conti ha accertato che la fuga dei cervelli dell’Italia non è un luogo comune, ma un fenomeno in sensibile crescita.
La notizia del Nobel per la Fisica ad uno scienziato italiano è giunta nel giorno in cui un giovane studente romano, di appena 14 anni, dal nome Lorenzo, si è immatricolato all’università di Pisa.
Il giovane ha un talento fuori dal comune per la matematica: dopo aver concluso un ciclo di scuola superiore in Gran Bretagna si è di fatto iscritto all’ateneo toscano con cinque anni di anticipo.
Dall’università di Pisa hanno assicurato che Lorenzo ha “completato gli studi di scuola secondaria e ha già frequentato il primo anno del corso di laurea in Matematica all’Università di Göttingen in Germania”.
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