Il progetto di valutazione di sistema (prove Invalsi) e si è sviluppato con velocità e intensità diverse anno per anno. Ma qual è il progetto generale, la prefigurazione del piano-invalsi completamente dispiegato? Cosa nascondono i devoti della misurazione nelle apparentemente ingenua prove a crocette che fanno somministrare a tutti gli studenti?
I risultati delle prove vengono correlati sulla base della predisposizione di un’Anagrafe Scolastica Nazionale che segua nel tempo tutti gli studenti consentendo di abbinare la loro prova effettuata alle caratteristiche delle scuole frequentate e degli insegnanti incontrati, nonché a dati di fonte amministrativa sulle caratteristiche demografiche ed economiche delle loro famiglie. Ciò permetterà di disegnare un sistema di incentivazione che premi i singoli operatori della scuola in funzione del conseguimento di obiettivi relativi agli studenti con i quali essi siano entrati direttamente in contatto e, parallelamente, di agire: da un lato, sul reclutamento e rimozione dei presidi sulla base della prestazione professionale manifestata; dall’altro lato, sul reclutamento e rimozione degli insegnanti e all’accorpamento o alla chiusura della scuola. E’ chiaro. Si tratta di un progetto in cui la retribuzione dei docenti dipenderà dalla misurazione del “valore aggiunto” dello studente calcolato dalla correlazione di dati raccolti nelle prove a crocetta con quelli raccolti attraverso l’Agenzia delle Entrate. Sembra un quadro uscito dalle pagine tratte da “1984” di Orwell. Invece è il riferimento teorico-programmatico dell’Invalsi. Il problema è che le note inquietanti non si riducono a quest’immagine del futuro della “scuola del grande fratello”, c’è dell’altro ed è legato all’approssimazione che emerge da ogni aspetto di questi “progetti” didattico-amministrativi.
E la quotidiana verifica della capacità di esposizione di un testo, la capacità di esposizione critica e sistematica del proprio pensiero, la capacità di cogliere ed esprimere i nessi fra più discipline, la capacità di produrre elaborati (disegni, scritti, eccetera)?
Tutte queste abilità sono per l’Invalsi dei dati a perdere, esclusi dalle crocette standardizzate per ammissione degli stessi “saggi” (gli ideatori dell’Invalsi). Queste prove sono un dichiarato fallimento.
Tanto è evidente che i risultati, inutilizzabili a livello statistico, scompaiono da ogni pubblica discussione degli addetti ai lavori (Ministri della P.I.,Sottosegretari e così a decrescere per importanza di Carica). In televisione non se ne è mai sentito parlare e neppure sui giornali. E ancora: esistono le differenze di classe e geografiche che tendono a determinare i risultati nei test.
Oggi, con l’autonomia scolastica, queste differenze si rispecchiano in differenze tra scuole: scuola migliori in territori e quartieri con più risorse e scelte da famiglie con più risorse. La scuola primaria, pur con difficoltà, tende a contrastare l’ampliarsi di queste differenze che invece sono più evidenti nella scuola secondaria di primo grado e, ancor più, in quella di secondo grado. I governanti che possiedono già i numeri per fotografare questa realtà di drammatica selezione sociale che si sviluppa nelle scuole e tra le scuole stanziano fondi per le scuole in difficoltà? L’hanno fatto? Lo faranno? Le risposte si danno da sé e hanno il sentore di quel simbolo tipico del sistema Invalsi: metterci una crocetta sopra.