In una scuola in provincia di Napoli, il caso di un bambino autistico che risulta assente mentre la documentazione ufficiale lo indica presente ha sollevato un’ondata di indignazione. La madre del bambino ha segnalato più volte che suo figlio non era a scuola, ma i registri scolastici indicavano la sua presenza, suggerendo un possibile caso di falsificazione dei dati di frequenza. Nonostante le ripetute denunce alle autorità competenti, il caso è stato accolto con un inquietante silenzio.
Secondo le fonti, questa situazione evidenzia gravi falle nei sistemi di monitoraggio della frequenza scolastica e un apparente disinteresse da parte delle istituzioni nel garantire la trasparenza e l’integrità dei registri. L’assenza di una risposta adeguata da parte delle autorità scolastiche e locali ha lasciato la famiglia del bambino senza giustizia e soluzioni, aggravando il senso di frustrazione e impotenza.
Associazioni a supporto della famiglia
L’associazione “La battaglia di Andrea”, che difende i diritti dei bambini disabili, ha reso nota la situazione. La presidente Asia Maraucci, che è anche la mamma del bambino vittima di questa ingiustizia, ha dichiarato: “Abbiamo parlato più volte con la dirigente scolastica, ma invano. Siamo arrivati a segnalare ufficialmente la questione all’USR Campania. Siamo stati ascoltati dagli ispettori e sappiamo che sono state condotte ispezioni nella scuola, ma ad oggi tutto tace”.
Le uniche risposte sono state comportamenti anomali da parte delle insegnanti assegnate al bambino: la prima ha rinunciato all’incarico, mentre la seconda si è assentata più volte per malattia in soli 15 giorni. In un episodio particolarmente grave, il bambino è stato trovato a terra durante una crisi in un’aula fatiscente, utilizzata sia per il cambio pannolino che dal personale scolastico. La situazione è stata segnalata alla scuola, ma senza risultati.
“L’alunno ha subito enormi danni nel suo percorso terapeutico,” ha sottolineato Maraucci. “Invece di ricevere comprensione e aiuto, ci siamo trovati di fronte un ambiente ostile. Una delle insegnanti, in un colloquio, ha definito ‘badante’ la prima insegnante di sostegno solo perché voleva insegnare al bambino a tenersi le scarpe. Anche questo è stato comunicato alla dirigente, ma nulla è cambiato”.
Maraucci ha concluso esprimendo la speranza che il direttore dell’USR, Ettore Acerra, e gli ispettori concludano presto le loro indagini. “Abbiamo fornito prove certe, ma il tempo che sta passando è a discapito dell’alunno. Noi non ci fermeremo e porteremo la questione in ogni sede. Tutti dovranno dare delle spiegazioni”.