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Famiglia a colori, in un’Italia che cambia

Un milione e ottocentosettanta mila le famiglie con almeno un componente straniero; novecento quinta mila i minori figli di cittadini stranieri; seicentoventotto mila studenti figli di entrambi i genitori stranieri; trentamila matrimoni misti all’anno.

Una realtà multietnica per davvero quella italiana. Si capisce quindi il motivo per cui sabato 15 maggio, Giornata internazionale della famiglia, presso Palazzo Rospigliosi di Roma, il Forum delle associazioni familiari abbia dedicato il suo convegno alla “Famiglia a colori”. Sottotitolo: “Il futuro dell’Italia è interculturale”.
Tutela dei minori e cittadinanza per i nati in Italia da stranieri sono stati i due temi che hanno tenuto banco alla tavola rotonda che ha visto la partecipazione di politici, studiosi, rappresentanti della Chiesa ed esponenti della società civile.
La volontà del forum è quella di “elaborare un modello riproducibile di integrazione delle persone straniere in Italia”. E così nella giornata di sabato è stato anche lanciato il progetto “Con-tatto”, per favorire momenti d’incontro con le comunità straniere. Nove le regioni coinvolte e che scenderanno immediatamente in campo: Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto. La ricetta sarà quella di superare gli stereotipi della mentalità comune attraverso progetti di incontro e conoscenza della lingua e della cultura italiana e media più attenti agli effetti positivi dell’integrazione etnica.
Il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, nel messaggio inviato al forum familiare, a nome del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha sottolineato come la famiglia sia un “potenziale, prezioso motore di integrazione”.
Importanti –prosegue- sono la disponibilità dei genitori a “favorire le relazioni tra i propri figli e gli altri ragazzi”, ma anche la disponibilità dei figli, “facilitati nell’apprendimento della lingua e degli stili di vita locali” a fare da “tramite tra i genitori e la società che li accoglie”. Non devo essere trascurati, infine, “gli aspetti positivi dei ricongiungimenti familiari, che possono presentare tuttavia criticità da affrontare con competenza e disponibilità all’accoglienza”.
D’accordo con queste parole il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ritiene “fondamentale il ruolo di socializzazione e integrazione delle famiglie per migliorare i complessi fenomeni connessi all’integrazione”.
Ecco allora l’invito conclusivo del Forum: perché non festeggiare, tra qualche giorno, il capodanno della comunità bengalese di Roma?
Una bella idea veramente in nome di una reale integrazione!
Luigi Mariano Guzzo

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