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“Famiglia Cristiana” condanna le classi-ponte: criptorazziste

Anche ‘Famiglia cristiana’ si scaglia contro la mozione proposta dalla Lega, e approvata nei giorni scorsi alla Camera, che vorrebbe introdurre delle classi-ponte (poi modificate in ‘d’inserimento’) per accogliere gli alunni e studenti stranieri con maggiori difficoltà di apprendimento scolastico. Il settimanale dei Paolini va giù duro e senza mezzi termini: è la “prima mozione razziale approvata dal Parlamento italiano” che fa “scivolare pericolosamente la scuola verso la segregazione e la discriminazione: si dice ‘classi ponte’, ma si legge ‘classi ghetto'”, scrive ‘Famiglia cristiana’ in un editoriale del numero in edicola il 22 ottobre.
Secondo la proposta leghista le classi ‘d’inserimento’ saranno riservate agli alunni stranieri che non supereranno i test previsti per le quelle ordinarie: in questo modo si vorrebbe venire incontro alle esigenze di quei giovani che a causa principalmente della non comprensione della lingua italiana compromettono la loro acquisizione di conoscenze. “Il problema dell`inserimento degli stranieri a scuola è reale – sostiene il settimanale cattolico – ma le risposte sono ‘criptorazziste’, non di integrazione”. Per questo motivo “le cosiddette ‘classi di inserimento’ non sono efficaci. I risultati migliori – continua l’articolo – si ottengono con classi ordinarie e con ore settimanali di insegnamento della lingua. In Italia questo, in parte, avviene”.
Per ‘Famiglia cristiana’ un modello come quello prospettato dalla Lega e avallato dalla maggioranza e dal Governo riporterebbe ad una condizione di separazione dei diritti: “chi pensa a uno ‘sviluppo separato’ in Italia – si legge nell’editoriale – sappia che quel concetto in altra lingua si chiama ‘apartheid’, andata in scena in Sudafrica per molti anni: autobus, cinema e scuole separati”.

Quella di ‘Famiglia cristiana’ è solo l’ultima di una lunga serie di tante critiche fatte all’indomani dell’approvazione della mozione leghista: la notizia è diventata anche di dominio internazionale, al punto che il Commissario europeo agli Affari sociali e le Pari Opportunità Vladimir Spidla, ha affermato che “creare una separazione drastica non penso sia una buona soluzione”. Per essere operativa la mozione dovrà ora avere un seguito attraverso i decreti attuativi realizzati dal Ministro Gelmini.
Una possibilità che rimane molto concreta. Il Governo appare infatti fortemente intenzionato a sostenere il modello delle classi ‘d’inserimento’: nella lista dei suoi difensori figura anche il Presidente
della Camera, Gianfranco Fini, che il 21 ottobre ha negato che si tratti “di una mozione razzista, se si parla, come è nel testo, di classi ponte per brevi e transitori periodi per garantire l’apprendimento dei rudimenti della lingua italiana. Ci fosse stato scritto – aggiunge Fini – classi differenti o differenziate, allora il Parlamento avrebbe approvato una mozione xenofoba”.

Alessandro Giuliani

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