Sono tantissimi i commenti supporto o critica della scelta della famiglia finlandese di lasciare la città si Siracusa perché, secondo il loro punto di vista, non è idonea per la formazione scolastica dei propri figli.
‘La Tecnica della Scuola’ chiede ai propri lettori cosa pensano al riguardo.
A tal proposito riportiamo il pensiero di un’altra donna che vive a Siracusa da 22 anni, Paula, che tramite un commento sul canale YouTube della Tecnica della Scuola ha condiviso la sua esperienza.
“Io sono polacca e vivo in provincia di Siracusa da 22 anni. Le mie figlie hanno 16 e 14 anni. Sono laureata in ingegneria informatica in Polonia. Sono tante le cose che sono da rivedere nel sistema scolastico italiano e negli spazi per i ragazzi”.
L’ingegnera polacca continua raccontando che nella sua nazione sono presenti in tutte le scuole campetto sportivo, pista per atletica leggera, salto in lungo, campetto per calcetto, pallavolo e basket. Ad aggiungersi anche un’aula di musica e di arte. Inoltre, nei giorni di ferie la scuola rimane aperta con possibilità di accesso agli spazi per giocare.
La donna afferma di essere d’accordo con la scelta della famiglia finlandese e anche lei attacca il sistema scolastico italiano: “Non si può capire le lacune immense nel programma. Vengono premiati studenti che imparano a memoria come pappagalli (lo so perché le mie due figlie sono differenti, una non riesce a imparare se non capisce qualcosa e un’altra ripete tutto a memoria, al liceo prende 8 e 9, ma se deve risolvere un problema ha un’insufficienza). I ragazzi non leggono niente”.
E conclude: “Con tutta la letteratura italiana, basta il riassunto in titoli in un libro, non conoscono nessun libro per intero. Sembra che nell’intera letteratura italiana esistono solo la “Divina commedia” e i “Promessi sposi”. Adoro però la religione (e piuttosto la conoscenza di diverse religioni e non solo il ripasso di catechismo). Ho la fortuna che le mie figlie da sempre sono state costrette a fare i compiti da sole (niente doposcuola). Non biasimo la famiglia finlandese, non so se in tutta Italia è così o solo al Sud. L’educazione non è impostata per sviluppo di curiosità e aiuto a crescere. Tanti al Sud abbandonano gli studi e tanti insegnanti non dovrebbero fare questo mestiere”.
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