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Famiglia finlandese, un autore: “In Italia i docenti scadenti ci sono. Il problema è che hanno lo stesso stipendio di quelli bravi”

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Il dibattito riguardante il caso della lettera inviata da una pittrice finlandese trapiantata in Sicilia a SiracusaNews nella quale vengono esposte serie criticità a proposito della scuola frequentata dai propri figli è diventato una vera e propria riflessione in generale sulla scuola italiana, tanto da spingere anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a intervenire.

A dire la sua è stato anche Antonio Gurrado, autore, giornalista e docente di filosofia nelle pagine de Il Foglio, in cui ha espresso un breve pensiero. Secondo Gurrado la narrazione dei media è stata fin troppo “gentile” con i docenti italiani, lodandoli a prescindere.

“Non è vero, ha replicato il ministro, la scuola italiana ha insegnanti bravi, ‘docenti e dirigenti di assoluto valore’. Non si avvede, il ministro, che proprio quello è il problema”, ha esordito. Secondo l’autore si dovrebbe premiare il tanto chiacchierato merito anche e soprattutto tra i docenti, e anche a livello di retribuzione.

Quello che dice la pittrice finlandese, secondo il docente, non è del tutto falso. “Nella scuola italiana ci sono insegnanti bravi come ci sono anche quelli che sbroccano davanti alla scolaresca o non conoscono la materia che insegnano, e tuttavia non c’è modo di distinguerli”.

I docenti dovrebbero lavorare bene perché pagati bene?

“Quelli bravi guadagnano quanto quelli scadenti, vengono distribuiti a casaccio sul territorio insieme a loro, non ottengono di fatto nessun incentivo che li induca a continuare a essere bravi se non per senso del dovere, perché in Italia il sistema dell’istruzione fa di tutto per non premiare il – com’è che si chiama? Ah, sì, il merito”, ha continuato critico, parlando di incentivi economici che dovrebbero spingere i docenti a fare il loro mestiere al meglio.

“Quindi: nella scuola italiana ci sono docenti e dirigenti di assoluto valore ma, da qui a dire che lo siano tutti, ce ne corre un bel po’. Non generalizziamo giudizi estemporanei”, ha concluso Antonio Gurrado.