Genitori e figli a scuola insieme di Social Network, per imparare tutti i segreti di Internet e per capire quanto di buono si può trarre dalla Rete.
Compresi i rischi che si possono correre per un uso non corretto degli strumenti digitali. Di questi temi se ne è parlato a Milano in un evento curato da CEI, l’associazione che si occupa del rapporto tra media e utenti, in una giornata di studio che ha richiamato educatori ed esperti di comunicazione, per tracciare la rotta della nuova offerta formativa anche a partire dalle esperienze avviate in forma sperimentale in altre città.
Il concetto da cui si è partiti è che i genitori hanno una responsabilità educativa cui non possono venire meno, anche se hanno a che fare con figli nativi digitali e quindi per loro natura ed abitudine più allenati ad usare uno smartphone.
A Palermo, ad esempio, i laboratori con le famiglie hanno già fatto capolino nell’istituto Gonzaga gestito dai gesuiti.
Nelle Marche, invece, è stata istituita una task force per l’educazione digitale. L’idea è di allargare quindi l’esperienza a scuole e oratori in altre zone d’Italia.
Il quadro di fondo dal quale parte l’analisi è ricavato dai report dello sportello Help Web Reputation Giovani del Corecom Lombardia, che evidenza come un’ampia maggioranza dei ragazzi (72 per cento) pubblica sui social network foto o video personali e solo il 36 per cento degli intervistati ha deciso in qualche occasione di non condividere qualcosa per paura che potesse danneggiare la sua immagine.
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E’ chiaro come non si debba non trascurare l’importanza di un figlio che pubblica contenuti su YouTube ne pensare che basta limitargli l’accesso ad internet per stare tranquilli come facevano prima i nostri genitori facendoci spegnere la televisione.
Occorre invece guardare al web con occhio critico ed approfondito, essere in grado, ad esempio, di capire quando una notizia pubblicata è un fake, avere in sostanza senso critico nei confronti della fruizione dei contenuti su Internet. Per arrivare a questo grado di maturità di analisi dei contenuti, occorre un percorso di alfabetizzazione da parte dei genitori.
Molti i dubbi leciti dei papà e delle mamme: qual è l’età giusta per comprare uno smartphone al proprio figlio? Purtroppo molte volte la decisione arriva solo perché la maggior parte degli amici già ce l’ha.
Si consideri che l’84 per cento degli ragazzi tra gli 11 e i 18 anni interpellati dal Corecom ha un profilo su un sito di social network. Negare loro questa possibilità non è sicuramente il sistema migliore per stare tranquilli, sapere come funzionano il Social ed anzi dialogare con loro attraverso il Social , essere parte integrante del loro tessuto virtuale è sicuramente l’arma migliore che hanno in possesso i genitori.
Occorre provare quindi a percorrere un percorso insieme di crescita verso il mondo digitale e verso i social network, affacciarsi insieme sul web, trovare punti in comune ed attività da fare insieme.
Cari genitori, quindi, è uno sforzo che vale la pena fare: insieme alla scuola, la quale non può non essere parte integrante del percorso di crescita e di alfabetizzazione del mondo digitale.
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