Le famiglie omogenitoriali possono presentare a Bologna il nuovo modulo per i figli iscritti al nido o alle scuole materne comunali e con una autocertificare della “diversa” situazione familiare possono ottenere una serie di agevolazioni che riguardano la vita dei bimbi, comprese le autorizzazioni per gite, ritirare i figli a scuola e parlare con i maestri.
Senonché, scrive Il Corriere di Bologna, questo meccanismo si è dimostrato un flop che fa il paio con quello delle iscrizioni al registro dei matrimoni gay contratti all’estero, voluto sempre dal comune di Bologna, che avviò sul tema un lungo braccio di ferro con la Prefettura e con il ministero degli Interni. Anche in quel caso, però, alla fine le coppie iscritte si contavano sulle dita di due mani. Pure l’autocertificazione è finita nel calderone delle polemiche politiche.
«Ad oggi le cifre sono queste perché il modulo riguarda solo i nidi e le materne comunali. Sono escluse quindi tutte le scuole private e quelle statali», viene spiegato. In più «per usufruirne devi essere iscritto a uno stato di famiglia e per scelta non tutte le coppie, così come quelle etero, lo fanno». Poi c’è un terzo caso, quello in cui «la coppia si forma avendo già dei bambini, nati magari da una precedente relazione eterosessuale. Qui lo Stato riconosce da tempo un padre e una madre».
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