Secondo i dati registrati nel 2022 dalla rete francescana nazionale di “Operazione Pane” e diffusi in occasione della “Giornata Mondiale della Famiglia” del prossimo 15 maggio, gli aiuti alimentari alle famiglie sono in aumento del 135% rispetto al 2019 e del 18% rispetto al 2021. La rete, composta da 18 strutture in tutta Italia, è arrivata a distribuire ogni mese l’importante cifra di oltre 4.400 ceste alimentari: una media di 143 al giorno.
In ogni caso, al di là di quanto registra la rete francescana, un peggioramento della situazione economica è rilevato anche dall’Istat: nel 2022, infatti, le persone che dichiarano un impoverimento rispetto all’anno precedente raggiungono il livello più alto mai riscontrato, pari cioè al 35,1% e che sarebbe fra l’altro in continua crescita dal 2019, come lo sono, sempre secondo l’Istat, le spese dei comuni per l’area povertà che sono aumentate del 72,9%. In ogni caso la voce di spesa che ha fatto registrare l’aumento più consistente è quella dei ‘buoni spesa o buoni pasto’, ma in forte aumento anche i contributi a sostegno del reddito famigliare, di cui il 43% è andato a famiglie con figli.
Ma cosa chiedono le famiglie 18 strutture di Operazione Pane? Secondo quanto è dato sapere dall’agenzia Dire che ha diffuso la notizia, viene chiesto soprattutto un sostegno alimentare, ma, sempre di più, anche economico per far fronte alle molte spese che si trovano a dover sostenere, soprattutto in presenza di figli: le bollette, la mensa scolastica, il materiale per la scuola, le spese mediche.
Operazione Pane, nel 2022, è stata in grado di raggiungere e aiutare circa 1.400 famiglie, tra queste più di 800 mamme, quasi 700 papà e 1.500 bambini. Ed è quest’ultimo dato a preoccupare maggiormente.
Per i bambini che crescono in contesti di povertà, infatti, è più difficile andare bene a scuola e godere di buona salute; questi bambini rischiano, inoltre, più degli altri di diventare a loro volta adulti sotto la soglia di povertà, senza un impiego.
Secondo dati Unicef, nel 2021 in Italia quasi il 30% di minori era a rischio povertà.
E quanti ancora di questi bambini saranno costretti ad abbandonare la scuola? A disperdersi, senza più are notizia di sé alle scuole, per cercare un lavoro qualunque in modo di aiutare le famiglie? E può bastare un tutor per riportare questi ragazzi in classe?