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Famiglie invadenti, genitori irrispettosi

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Le scuole dovrebbero dire basta a quel rapporto alterato con le famiglie che sta portando ad episodi di esasperazione pericolosi per tutti.
Da tempo la scuola opera in situazioni di forte disagio e i rapporti con le famiglie stanno attraversando un profondo periodo di crisi. Il rapporto è caratterizzato da ingerenze e confusione dei ruoli. I genitori sono sempre più irrispettosi e serve una forte presa di posizione per riportare i rapporti nell’ambito delle regole e del rispetto reciproco.
Nella nostra società la famiglia è, dunque, cambiata. Appare molto più loquace, più critica e più sicura di sé, ma, in fondo, nasconde una grande debolezza, trasmette continuamente segnali di malessere, diffonde ovunque inquietudini e insicurezze che, spesso, precludono la strada ad un rapporto sereno e costruttivo con i figli e con la scuola.
Anche la scuola è cambiata.
Alla scuola-istituzione si è affiancata la scuola-social. I ragazzi da soli davanti a smartphone, tablet e computer incamerano una serie impressionante di informazioni e opinioni, nonché una forte dose di emozioni che nessuno controlla. Quando poi siedono tra i banchi sono sempre irrequieti, iperattivi e non vedono l’ora di riprendere in mano, di ritornare in possesso del loro piccolo tutor per aggirarsi ansiosi e frenetici fra i padiglioni imbanditi della fiera delle vanità.
L’insegnamento parallelo offerto dai social produce una omologazione dei processi di conoscenza e una equiparazione dei ruoli senza precedenti, ma, soprattutto, provoca un forte sbilanciamento tra genitori e figli, tra docenti e alunni, tra libertà e rispetto dell’autorità.
Per comprendere il divario che si è determinato nei confronti della scuola, bisogna spostare l’attenzione sull’insieme di relazioni che si organizzano intorno ad essa. Probabilmente, le cose sono cambiate perché è cambiato il modo di vivere e di comunicare.
La scuola non rappresenta più la grande attesa, l’esperienza che coinvolge, mette in discussione, appassiona e sprigiona una luce che attira e accende un significativo spirito critico.
Oggi, per i genitori è sempre più difficile accettare osservazioni negative da parte della scuola, scoprire i propri punti deboli ed è quasi inevitabile provare, con una certa frequenza, ostilità nei confronti dei docenti e mettere in dubbio la loro funzione educativa.
Quando il rendimento scolastico del ragazzo delude le aspettative dei genitori, si crea un gioco di proiezioni reciproche, in cui ciascuno tende a scaricare le responsabilità sull’altro senza prospettare alcuna soluzione.
I rapporti educativi vanno, dunque, ricostruiti.
È venuto il momento di assumere atteggiamenti più umani, di rinunciare ad alimentare il disprezzo, di iniziare a smascherare l’inganno dei social che rappresentano una sorta di idoli onnipotenti che attirano tutti e stanno trasformando la società in un immenso supermarket, dove tutto si vende e tutto si compra fuorché la sapienza della vita.
Oggi, i genitori hanno sempre meno tempo da trascorrere con i figli e preferiscono evitare di sgridarli, criticarli e punirli. Accettano una strana condiscendenza e tendono a cedere su tutto pur di rendere gradevole la convivenza e meno conflittuali i rapporti.

Per uscire da questo circolo vizioso, da questa spirale di incomprensioni, scuola e famiglia devono ritrovare insieme il desiderio di grandi progetti comuni, che mettano ragazzi e adulti al riparo da tavolette magiche, dispensatrici di infiniti spazi e sovrumani silenzi, che accrescono l’ostilità, l’aggressività e il senso di solitudine.
Le conclusioni di una ricerca condotta dall’Università Bocconi e dall’Università di Padova, dimostrano, infatti, che di digitale nella vita dei ragazzi ce n’è fin troppo e i genitori non sono abbastanza consapevoli dei pericoli in agguato.

Le sbornie digitali, sia a casa che a scuola, non fanno bene. Occorre, dunque, cambiare rotta e iniziare a scoprire il mondo esterno: le persone, gli amici vivi e reali, le strade, le piazze, i negozi, i giardini, i prati.
La dedigitalizzazione dell’educazione e la sana collaborazione tra scuola e famiglia sono, oggi, le grandi scommesse. Scommesse nel senso che la scuola non può essere più giocata al ribasso, ma deve essere capace di contribuire in maniera forte all’innalzamento del livello culturale.
I giovani, che non vedono l’ora di diventare padroni assoluti di se stessi e della loro vita, devono svincolarsi dalle mille suggestioni dei social e gustare lo spessore didattico e formativo di una scuola che deve continuare a rappresentare un vero e proprio campo d’azione sociale.
Un ragazzo, un genitore che non vedono nella scuola il più solido anello di congiunzione, rinunciano a crescere, a rivestire un ruolo ben preciso che regola il complesso meccanismo del nostro vivere nella scuola e nella società.
Un rapporto sereno, tranquillo e costruttivo tra scuola e famiglia è un principio che non ammette deroghe di nessun tipo e si gioca nel contesto di grandi cambiamenti che impattano, direttamente e immediatamente, sul modo di essere e di educare.

Fernando Mazzeo