È giudizio ricorrente, alimentato anche dagli strumenti di comunicazione, che la scuola sia allo sfascio, i docenti inadeguati e sulle difensive, i genitori proni ai ricatti di studenti svogliati e distratti, quando non siano addirittura violenti. Insomma uno stato comatoso da De Profundis.
Fra febbraio e marzo, invece, è accaduta una notevole novità: quattro giornate di formazione, riflessione e confronto fra docenti, dirigenti ed esperti sul tema: “Far crescere la persona” a partire dalle esperienze vissute di soggetti che vivono nella scuola amando l’avventura della conoscenza e credendo che la competenza fondamentale da costruire e trasmettere, tramite l’avventura del conoscere, sia imparare a vivere e a stare nel mondo.
Si è parlato quindi dei ragazzi di oggi, nativi digitali, portatori di esigenze innovative dall’evoluzione vorticosa; o ancora di lavoro e di futuro, spesso avvertito come carente o minaccioso; di economia, ahimè poco rispettosa di uomo natura e solidarietà; di industria 4.0 – apparente panacea di un domani incombente. Si è partiti da tutto ciò, come premessa e necessaria analisi del contesto sociale, culturale economico e produttivo in cui deve avvenire, oggi, la possibilità della crescita e dell’educazione.
Abbiamo incontrato (anche io che ormai dall’esterno ne ho in genere una valutazione più critica) tanti colleghi che nella scuola e nelle sue dinamiche ci credono con passione, disposti a giocare per questo il proprio tempo, anche quattro intensi pomeriggi, aggiunti a un’impegnativa giornata scolastica, senza sgaiattolare via alla prima occasione, dopo aver firmato la presenza per garantirsi la certificazione: era troppo interessante quello che avveniva fra noi, nella dialettica e nel confronto, per rinunciarvi!
Abbiamo ascoltato, in modo interattivo e molto partecipato, le relazioni e le esperienze meditate di Sandra Ronchi e dei suoi alunni del professionale di Limbiate; di Mario Gargantini, ex insegnante e giornalista scientifico; di Dario Nicoli, docente di Sociologia presso UniBrescia e spesso in giro per le scuole d’Italia; di Carlo De Michele, Dirigente Tecnico USR Abruzzo.
Tutti loro hanno sottolineato la centralità di ciò che avviene durante l’ora di lezione, quando in essa convergono e vengono coinvolte la vitalità e le energie dei soggetti che fanno la scuola, i docenti e gli studenti, nella complessità delle loro esigenze e della loro ricerca di senso.
Un altro tema emerso con forza è la necessità di rischiare, nelle classi e nel rapporto con gli alunni, un coinvolgimento personale maggiore, anche attraverso modalità di conoscenza nuove e di maggiore impatto per i giovani di oggi.
Il convegno, avviato presso l’Auditorium dei Benedettini, è poi proseguito presso il Liceo Statale Turrisi Colonna della città etnea. Gli incontri si sono svolti in collegamento con due gruppi di ascolto a distanza, uno a Palermo ed uno a Ragusa. È stata insomma un’esperienza che ha coinvolto idee, fatti e anche momenti di bellezza, grazie agli intermezzi orchestrali che hanno offerto gli allievi del Liceo Musicale della scuola ospitante.
Dalla Sicilia – insomma dalla base e dalla periferia, spesso taciturna, frustrata e inascoltata – è sorta un’occasione di cultura, di didattica e di scuola. Il soggetto che ha permesso l’iniziativa, formato da un gruppetto di insegnanti amici di varie istituzioni e materie, coordinati dalla prof.ssa Teresa Scacciante, ha promesso ai presenti e ai gruppi d’ascolto di Palermo e Ragusa di continuare il lavoro intrapreso, come richiesto dagli ottanta partecipanti, molto soddisfatti.
A breve, quindi, ulteriori sviluppi e coinvolgimenti.
Romana Romano
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