Così titola un post del 16 novembre sul proprio profilo FB il Sottosegretario del Miur.
“Il ragazzo di Fonni, il bambino di Biella, la ragazzina campana: sembrano personaggi stereotipati di un racconto, sono invece storie di alunni con disabilità, finiti sulle pagine dei giornali nelle scorse settimane per problemi di inclusione scolastica. Tanti sono i casi evidenziati dalla stampa e da cittadini direttamente al Miur. Eppure esistono già sul territorio e nella scuola strutture e strumenti che possono aiutare studenti, famiglie e docenti ogni volta che ci si scontra con un problema che impedisce un’effettiva e reale inclusione scolastica. Sto parlando dei Centri territoriali di supporto (a livello provinciale) e dei Centri territoriali per l’inclusione (che uniscono scuole in rete tra loro)”.
Il Sottosegretario invita quindi tutti gli attori interessati a rivolgersi a queste strutture, perché “solo uno scambio di informazioni chiare, sapere che ci sono delle norme che garantiscono dei diritti, conoscere persone che possono essere di supporto nella gestione di una determinata problematica. I Cts e i Cti assolvono a questo compito anche grazie agli sportelli d’ascolto per famiglie e docenti. E soprattutto lavorando in sinergia con il territorio”.
Per rivolgersi a questi centri si può chiedere all’Ufficio scolastico della regione in cui ci si trova.
“Siamo all’avanguardia nell’inclusione – conclude Faraone – e non perché ci piace ripetercelo ma perché questo vuol dire che tutti dobbiamo essere consci delle risorse che abbiamo per non sentirci soli, muro contro muro”.