Nel post si scrive: “Mi hanno molto colpito i numeri dei sondaggi pubblicati da Nando Pagnoncelli oggi sul Corriere: solo il 2% degli italiani conosce nel dettaglio la riforma e il 26% ne conosce i principali punti. La maggioranza assoluta sa solo che se ne sta discutendo. La stragrande maggioranza condivide il piano di assunzioni messo a punto dal Governo e un buon numero di italiani dà un giudizio positivo al ruolo assegnato ai presidi. Domani in piazza ci sarà una minoranza del paese, la più chiassosa, ma sempre di minoranza si tratta. I sindacati conservatori costruiscono le paure e poi le cavalcano”. Toni e argomentazioni che buttano benzina sul fuoco, colpendo insegnanti, sondaggisti e sindacati.
Nello stesso post si fa preciso riferimento a Susanna Camusso in questi termini: “C’è chi ancora crede che #labuonascuola leda il diritto costituzionale della libertà di insegnamento e che abbia un impianto troppo autoritario, dando strapotere al preside. E chi la pensa così è il segretario Cgil, Susanna Camusso, che in un’intervista oggi a la Repubblica dice che questa riforma premia il dirigente scolastico più forte rispetto a quello più bravo, creando scuole di serie A e di serie B, quest’ultime concentrate in zone a rischio come Scampia o lo Zen di Palermo.
Ma la Camusso c’è stata mai allo Zen di Palermo? Io ho fatto politica lì per anni e vi assicuro che ci sono scuole che fanno molto bene in quel quartiere, sopperendo anche alle mancanze dello Stato”. Domani comunque per la scuola pubblica italiana è un giorno importante, forse l’inizio di una lunga strada.
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