“Ne #labuonascuola abbiamo previsto 300 milioni per la costruzione di scuole altamente innovative. Innovative. Un aggettivo molto usato, forse usurato. Non è una lim o un videoproiettore a rendere una scuola ‘nuova’. Né una parete dipinta in maniera diversa. Una scuola innovativa è una scuola con una idea di futuro non convenzionale”. Lo scrive su Facebook il Sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone.
“Per questo ho letto con piacere – continua – le proposte di Renzo Piano ieri sul Sole 24 Ore. La scuola è il luogo dell’emotività, della scoperta della diversità e della solidarieta’. Ha un ruolo sociale che spesso dimentichiamo. Costruire nuove scuole nelle periferie, spazi di ‘deserto’ con potenzialità infinite, ha un valore inestimabile per la società che verrà. Grazie alle scuole possiamo intraprendere un’operazione di rammendo – parola cara a Piano – di questi spazi, che spesso associamo a immagini di deserto o, peggio ancora, di degrado. Se è vero che ‘ogni cittaà riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone’, per dirla con le parole di Italo Calvino, le scuole possono essere l’ago e il filo con cui riannodare ‘il deserto periferico’ agli spazi urbani, attraverso cui offrire servizi innovativi e dispiegare le enormi possibilità che solo ‘i confini’ riescono a custodire”.
“Gli istituti scolastici – spiega Faraone – possono dare tanto alle periferie. E altrettanto possono ricevere da queste. Possono accogliere la città, aprirsi ai cittadini anche oltre gli orari scolastici – quanto ha ragione Piano a dire che ci sono tanti pensionati che non aspettano altro che insegnare ai ragazzi a suonare il flauto, seminare il grano o giocare a scacchi? – offrire spazi e momenti di condivisione che poco c’entrano con la lezione a pagina 24 o con il compito in classe (che pure servono e sono essenziali, sia chiaro)”.
“La scuola – aggiunge – accoglie e innalza. Spinge alla fuga dalla città. Una fuga che è prima di tutto d’immaginazione. Gli istituti devono essere il luogo della formazione per andare oltre gli steccati, per volare liberi alla scoperta di sé, degli altri, del mondo. Devono essere la scatola degli attrezzi alla quale attingere per sognarsi nel domani”. “E devono esserlo non solo sulla carta o nelle intenzioni. Il progetto di una scuola deve essere chiaramente visibile in ogni gradino, in ogni bullone, in ogni vetro di finestra. Abbiamo offerto a questo Paese – conclude – un’altra occasione per sperimentarsi ‘grande’. E’ una scommessa che, sono sicuro, vinceremo insieme”.
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