È prevista a breve la presentazione dei contenuti della delega per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità: «Siamo soddisfatti del percorso fatto con il Ministero, a volte il confronto è stato aspro ma abbiamo trovato sempre ascolto. Vedremo se le nostre proposte sono state recepite», affermano alla Fish.
«L’Osservatorio è stato riunito soltanto una volta a dicembre. La figura dell’insegnante di sostegno deve cambiare perché così come è oggi non funziona. Una cosa positiva è stato aver fatto un concorso dedicato, ha messo in evidenza una specializzazione che molti nemmeno sapevano ci fosse.
Per l’anno scolastico 2015/16 saranno 96.480 i docenti di sostegno di ruolo nelle scuole statali. Oltre 6mila insegnanti di sostegno lo scorso anno hanno portato il loro contributo nelle scuole con l’organico del potenziamento e per la prima volta, con il concorso in atto, c’è stato un bando dedicato esclusivamente al sostegno.
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Per il sottosegretario Davide Faraone, riporta Il Velino.it, la revisione della figura dell’insegnante di sostegno prevede “di costruire una figura professionale che abbia due caratteristiche fondamentali: l’insegnante di sostegno da un lato deve innanzitutto un insegnante, dall’altro deve aver costruito una formazione specifica. Posto che dall’inclusione in classe non si torna indietro, noi abbiamo ragionato sulla continuità didattica, affinché i ragazzi e le ragazze con disabilità possano avere insegnanti e ore sufficienti e sulla qualità delle ore, sul cosa si fa in queste ore con questi insegnanti”.
“Qui entra in gioco la specializzazione degli insegnanti, anche sulle singole disabilità, che non vuol dire sanitarizzare ma riconoscere che la disabilità non è un monolite, i ragazzi hanno le loro soggettività”.
Per Faraone dunque è prevista una “formazione iniziale unica per tutti gli insegnanti, poi chi vuole diventare insegnante di sostegno avrà una formazione specifica sul sostegno in generale e una mirata su singole disabilità. Questo non vuol dire che chi fa l’insegnante di sostegno non potrà più tornare sulla cattedra curricolare, nel corso degli anni la scelta individuale può cambiare, però costruire una formazione specifica è importante. C’è una flessibilità ma con regole precise, per evitare danni agli alunni. Per i dettagli aspettiamo, ma il concetto è questo. L’obiettivo è dare più continuità nei percorsi, con insegnanti più formati e procedure più semplici”.
“Sburocratizzeremo l’iter per la richiesta del sostegno”, aggiunge Faraone, con un unico punto d’accesso in cui si apre e chiude la pratica, senza che le famiglie debbano affrontare il calvario di andare a scuola, all’Asl, all’Inps… Uno sportello unico in cui si concentrerà la richiesta e le risposte delle istituzioni pubbliche.
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