Come è noto da quest’anno i docenti non verranno più scelti in base alla loro anzianità ma in base alle competenze.
Sarà quindi la scuola a scegliere direttamente i docenti verificando, in base al proprio progetto formativo, se questi rispondano a quattro criteri su venti che il ministero fornirà nei prossimi giorni.
Ogni dirigente sceglierà le quattro caratteristiche che l’insegnante di cui l’istituto ha bisogno deve avere e assumerà il docente che le possiederà. Nel caso in cui non ci sia nessuno che risponda a tutti i requisiti, sarà possibile scendere a tre caratteristiche soddisfatte. In caso di due insegnanti a pari merito, entrerà in ruolo quello con maggiore punteggio.
Ogni dirigente scolastico potrà quindi decidere se gli fa comodo un insegnante con alte certificazioni in inglese, che abbia esperienze di Clil (lezioni solo in lingua), preparazione informatica e almeno cinque anni trascorsi con ragazzi disagiati. Chi avrà queste quattro caratteristiche, sarà assunto. Se nessuno le possiederà tutte e quattro, si assumerà chi ne potrà vantare almeno tre. Se ci saranno due docenti con quattro caratteristiche entrerà, a questo punto sì, quello con maggiore punteggio.
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E il sottosegretario all’istruzione, Davide Faraone, che ha condotto gli incontri con le parti, ha detto: “E’ una svolta epocale e devo dare atto ai sindacati di aver avuto uno spirito costruttivo. Con l’accordo consentiremo agli istituti di scegliere in autonomia gli insegnanti di cui hanno bisogno ed eviteremo una deregulation selvaggia. Per la prima volta le scuole decideranno di quali insegnanti hanno bisogno per portare avanti il loro piano formativo e questi ultimi non saranno selezionati in base all’anzianità, ma per il loro profilo professionale che hanno costruito in anni di studio e lavoro. Ogni istituzione scolastica, e sarà la prima volta, non vedrà assegnati i docenti in base a meccanismi burocratici”.
Per Luca Cangemi, del PCI, l’ intesa tra il Governo e i maggiori gruppi dirigenti sindacali sulle forme della chiamata diretta degli insegnanti è grave.
“Parlare di riduzione del danno è una beffa: il potere arbitrario e assurdo dei dirigenti scolastici di scegliersi gli insegnanti è sostanzialmente confermato (nonostante i mugugni dell’insaziabile Associazione Nazionale Presidi), così come è confermato l’azzeramento del valore dell’esperienza professionale” – ha dichiarato Cangemi.
“Lo schema delle competenze che dovrebbe garantire l’oggettività della selezione non solo è un ulteriore incentivo al mercato speculativo di corsi e corsetti ma rappresenta la conferma di un impianto culturale povero e subalterno. Di fronte a questa prospettiva di ulteriore frammentazione e umiliazione del mondo della scuola è necessaria una nuova stagione di lotta contro la legge 107 e per rilanciare la scuola pubblica” – ha concluso Luca Cangemi.