Categorie: Politica scolastica

Faraone: un decreto legge il 15 gennaio

Leggo l’articolo di oggi di Reginaldo Palermo (“Legge di stabilità: le norme sulla scuola non cambiano”) e mi chiedo se è il notista della Tecnica a dare notizie imprecise ai suoi lettori o se è stato il sottosegretario Faraone a non raccontarla giusta, stamattina. a studenti, docenti e Dirigenti riuniti nell’Aula Magna del Liceo “Danilo Dolci” di Palermo. Nell’Aula Magna “Peppino Impastato” della scuola presso cui insegno, infatti, il sottosegretario Davide Faraone ha incontrato stamattina studentesse e studenti di alcune classi quinte, per discutere le proposte del documento di Governo ‘”La Buona Scuola”. Il dibattito è durato 40 minuti e, nel corso della discussione, il sottosegretario, incalzato dalle domande di una studentessa e di un DS, ha dato due importanti e inedite notizie: la prima riguarda l’investimento di tre miliardi nella Legge di Stabilità per finanziare le 148.000 assunzioni previste dal documento governativo “La Buona Scuola”; la seconda riguarda l a composizione delle commissioni degli Esami di Stato del secondo ciclo che, secondo il sottosegretario,”per quest’anno” sarà analoga a quella degli anni passati. Alle perplessità manifestate da alcuni docenti e dagli studenti sul reale stanziamento dei tre miliardi “promessi” per finanziare “La Buona Scuola”, il sottosegretario ha invitato a mettere da parte ogni scetticismo, visto che – a suo dire – lo stanziamento è previsto nella Legge di Stabilità che “sarà approvata nelle prossime ore”. Un’altra notizia data dal sottosegretario nei 40 minuti dell’incontro riguarda l’iter legislativo della riforma scolastica: sarà un Decreto Legge del prossimo 15 gennaio a varare il provvedimento. Se è vero ciò che ha detto Faraone, non è esatto quello che ci dice Reginaldo Palermo nel suo articolo e, cioè, che nella legge di Stabilità che sarà votata tra 48 ore in Senato “gli articoli sulla scuola non dovrebbero cambiare neppure di una virgola”. Infatti, come ho contestato io stesso stamattina al sottosegretario (nei pochi secondi in cui ho potuto interloquire con lui), la legge di stabilità licenziata dalla Camera prevede soltanto un miliardo per la “buona scuola” (al netto dei tagli, in realtà, sono meno di 500 milioni), contro i 3 da lui sbandierati. Inoltre, la conferma della composizione “mista” delle commissioni degli Esami di Stato del Secondo Ciclo, di cui ci ha dato notizia Faraone, renderebbe impraticabile il taglio dei compensi dei commissari previsti nel testo licenziato dalla Camera (a meno che non si pensi di eliminare i compensi per i commissari interni: ma i conti non tornerebbero lo stesso). Chi è che non ce la racconta giusta? Io un sospetto ce l’ho… 

Roberto Alessi

 

Un paio di doverose precisazioni da parte dell’autore dell’articolo, Reginaldo Palermo.

Nell’articolo ho scritto che le norme sulla scuola non cambiano di una virgola: ovviamente mi riferisco al fatto che – salvo eventi clamorosi – il testo che uscirà dal Senato  sarà identico a quello approvato dalla Camera. 
Il testo attuale (articolo 1 comma 4) così recita: “Al fine di dotare il Paese di un sistema d’istruzione scolastica che si caratterizzi per un rafforzamento dell’offerta formativa e della continuità didattica, per la valorizzazione dei docenti e per una sostanziale attuazione dell’autonomia scolastica, anche attraverso la valutazione, nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca è istituito un fondo denominato «Fondo “La buona scuola”», con la dotazione di 1.000 milioni di euro per l’anno 2015 e di 3.000 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2016”.
Per quanto riguarda la questione delle commissioni degli esami di Stato la norma uscita dalla Camera (articolo 2, comma 100) prevede che entro 60 giorno dalla approvazione della legge il Ministro dell’Istruzione dovrà emanare un decreto per “disciplinare i nuovi criteri per la definizione della composizione delle commissioni d’esame delle scuole secondarie di secondo grado”.
Quanto alla notizia fornita da Faraone su un prossimo decreto da varare il 15 gennaio mi pare che si tratti di una conferma di quanto da noi più volte anticipato e chiarito: il piano “Buona Scuola” (assunzioni in primo luogo) per diventare operativo deve essere inserito all’interno di un provvedimento legislativo. E’ bene ricordare che ogni decreto legge, però, ha poi bisogno di essere convertito in legge entro 60 giorni. La strada, insomma, è ancora lunga.

 

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