Howard Gardner, col principio delle diverse intelligenze, ci ricorda l’eguaglianza pedagogico-didattica tra tutte le discipline. In altre parole, quella stessa cura e scientificità che dedichiamo alle discipline logico-matematiche e linguistiche, va applicata alle discipline considerate (a torto) secondarie, come l’educazione motoria, la musica o l’arte.
Insomma fare educazione motoria e farla bene. I docenti di motoria non sono insegnanti di serie b.
Al di là dei riferimenti teorici, quali strategie, proposte, strumenti per coinvolgere e motivare gli alunni permettendo loro di fare ginnastica divertendosi e nel contempo di acquisire abilità e competenze? Quali traguardi oltre a quelli strettamente connessi alle singole attività sportive?
In particolare nella scuola dell’infanzia e primaria, gli obiettivi didattici saranno per lo più orientati a comprendere il proprio corpo in modo globale e completo, a “sentirlo”, a gestirlo, a coordinarlo in ragione di ciò che si vuole comunicare cognitivamente o esprimere emotivamente.
Ma un notevole salto di qualità potremmo sperimentarlo, negli alunni, associando al lavoro di tipo motorio e cinestetico un lavoro di tipo cognitivo legato alla narrazione.
Quindi muoversi e raccontare, movimento e storytelling.
Di grande impatto il lavoro sulle favole, ma non solo. Oggi, sulla scia del successo cinematografico e letterario ci certe storie classiche (vedi la serie di Percy Jackson) ha grande appeal il mito.
Associare la narrazione mitologica all’educazione motoria può avere grandi risvolti didattici, legati alle potenzialità del role playing e della drammatizzazione; o dei laboratori comunicativo-espressivi.
Per saperne di più vi segnaliamo il corso della nostra formatrice Rosa Cipriano Lezioni motorie per bambini ispirate ai racconti mitologici in programma dal 22 ottobre.
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