“La scuola ha bisogno di un riconoscimento sociale: economico e professionale. Il livello di responsabilità del personale della scuola è altissimo e chi governa l’Istruzione e il Paese lo deve capire”. A dirlo è stata Maddalena Gissi, segretario generale Cisl Scuola, collegata a distanza con il convegno “L’autonomia scolastica oggi, tra principio di sussidiarietà e dimensionamento degli istituti”, svolto all’interno del Palazzo Viceconte di Matera.
Rivolgendosi ad Antonio Decaro, presidente Anci Nazionale e sindaco di Bari, la responsabile della Cisl Scuola ha detto che il ruolo degli enti locali deve essere propositivo e attivo verso la scuola.
“La denatalità è un dato di fatto su cui lavorare – ha aggiunto Gissi -, il problema è che molte delle nostre classi sono allocate in ambienti angusti, in alcuni casi anche in aule che non avevano quella destinazione”, soprattutto se gli studenti sono in alto numero.
Per risolvere le cose, ha continuato la sindacalista pugliese, “non bastano più i titoli e gli slogan, come le ‘classi pollaio’. Discutiamo sulla scuola con serietà: la scuola ha il compito di formare i cittadini che faranno gli amministratori, i politici, dovranno pagare i debiti che stiamo noi sottoscrivendo, che dovranno pagare le nostre pensioni”.
“Se non si hanno docenti a sufficienza, ma anche i collaboratori scolastici che sostengono al bisogno gli alunni, e l’amministrazione in grado di gestire i carichi di lavoro crescenti, i nostri ragazzi li perderemo per disattenzione”.
Gissi ha ricordato che “oggi, certo, che non è attrattivo fare l’insegnante: la professione non contiene più quella vocazione e quella passione che l’hanno contrassegnata da sempre”, anche perchè non si lavora in un contesto adatto alla complessità del ruolo.
E anche gli studenti subiscono le conseguenze, con il Covid che ha reso tutto ancora pià complicato: “Oggi una studentessa mi ha scritto: la sua prima frase è ‘sono sola, nessuna si interessa di me’”, ha detto ancora la sindacalista Cisl.
Per quel che riguarda il personale, per il nuovo contratto, Gissi ha detto che “c’è un doppio tesoretto di cui parlare”, anche per fare capire che la Scuola non può prendere meno degli altri comparti:” la partita è aperta, mentre sul vecchio è chiusa”, ha tagliato corto Gissi, confermando quanto detto da tempo dalla Tecnica della Scuola e quindi che le risorse per il triennio 2018-21 raggiungono a stento i 100 euro lordi medi a dipendente.
La segretaria generale Cisl ha anche rassicurato “sull’organico Covid: c’è un’abbondante sicurezza”. E ha aggiunto che i “200 milioni” previsti per il merito professionale “possono essere incrementati”.
Il sindacato, ha aggiunto Gissi, sta trattando con il ministero dell’Istruzione anche per superare “i vincoli della mobilità. Attraverso una revisione contrattuale” e non superando la Legge 159 del 2019 che impone cinque anni di permanenza (ridotti a tre la scorsa primavera): “abbiamo posto il problema ed ora si sta attuando un approfondimento”.
La Cisl Scuola non si fermerà però il 10 dicembre, a differenza di tutti gli altri sindacati rappresentativi a partire dalla Flc-Cgil. “Noi non scioperiamo: aspettiamo gli esiti degli emendamenti e delle interlocuzioni ai tavoli dove ci siamo presentati e quando gli atti di indirizzo diranno cosa vuole fare il Governo prenderemo le nostre decisioni. Ho preferito seguire la mobilitazione, a cui fa riferimento il segretario Luigi Sbarra ogni giorno continuando a portare il problema a Palazzo Chigi”.
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