Dieci anni di sperimentazione, 13 scuole coinvolte, altrettanti laboratori scientifici attivati, 65 insegnanti all’opera, uno staff di ricerca interdisciplinare di cui fanno parte biologi, fisici, chimici, pedagogisti e linguisti: è questa la scheda sintetica di "Fare scienze", un progetto didattico promosso dall’Irrsae Piemonte e i cui risultati vengono ora messi a disposizione della scuola in due impegnativi volumi di oltre 1000 pagine.
In realtà il primo volume risale al 1995, ma è di questi giorni la pubblicazione della seconda parte, intitolata "I modi di fare scienze. Come programmare, progettare, verificare": messe insieme, le due pubblicazioni (curate dall’Irrsae Piemonte e edite da Bollati Boringhieri) offrono forse l’affresco più vasto nel recente panorama pedagogico non solo italiano di che cosa voglia dire "prendere sul serio" il tema della formazione scientifica nella scuola di base, tema peraltro affrontato in chiave tutt’altro che settoriale.
Come si è detto il libro è il risultato di una sperimentazione durata una decina d’anni nel corso della quale uno stesso gruppo di insegnanti ha costantemente lavorato in stretta collaborazione con una biologa (Maria Arcà), un fisico (Paolo Guidoni) e un pedagogista (Fiorenzo Alfieri) allo scopo di creare un sistema di convinzioni condivise sui contenuti culturali, sulle strategie didattiche e sulle condizioni organizzative per fare dell’educazione scientifica un’avventura indimenticabile per i ragazzi e un’occasione cruciale per la conquista del "mestiere di maestro" da parte degli adulti.
La prima parte di questo secondo volume propone di fatto un vero e proprio curriculum di scienze, dalla scuola materna alla scuola media; vengono quindi presentati i diversi percorsi didattici sperimentati dagli autori: esseri viventi e ambiente, galleggiamento, spazio e tempo, forze, corpo umano, temperatura e calore, materia e materiali.
La seconda parte è dedicata all’organizzazio-ne concreta dell’attività e quindi fornisce molteplici indicazioni su come allestire e gestire un laboratorio di educazione scientifica nella scuola di base.
Il libro è anche un esempio quasi unico nel panorama nazionale di una collaborazione fra Irrsae e Università finalizzata alla messa a punto di un modello alto del "fare scuola", in cui "la scuola e l’educazione assumono – come sottolinea Fiorenzo Alfieri – la dimensione di ‘case del capire’ a disposizione di ciascuno e al servizio di tutti".
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