E’ disponibile da oggi 12 luglio il volume “Fare scuola fuori della scuola”, un importante testo del pedagogista Francesco De Bartolomeis, professore emerito presso l’Università degli Studi di Torino.
Il nostro collaboratore Enrico Bottero, anch’egli pedagogista, ne traccia qui una sintetica biografia
Francesco De Bartolomeis, nato a Salerno nel 1918, è uno dei principali protagonisti della pedagogia e, più in generale, della cultura italiana del Novecento, un secolo da lui vissuto pienamente e come protagonista. Cresciuto sotto il fascismo, allievo di Ernesto Codignola, De Bartolomeis dopo la guerra diede un contributo determinante al rinnovamento della pedagogia italiana sia attraverso i suoi studi e le sue pubblicazioni che attraverso la concreta realizzazione di proposte pedagogiche.
De Bartolomeis realizzò a Torino a partire dal 1972 una sperimentazione di laboratori a livello universitario con l’obiettivo di mettere a punto “strategie per avviare e sviluppare innovazioni nella scuola ordinaria”.
Il sistema dei laboratori non venne proposto come semplice accompagnamento delle attività scolastiche ma puntò a diventare l’ossatura della scuola stessa. La proposta del sistema dei laboratori contribuì a dare contenuto metodologico alla nascente scuola a tempo pieno mentre fuori della scuola indicò vie nuove ai servizi educativi territoriali.
Essa segnò uno dei momenti più innovativi della nostra recente storia dell’educazione accompagnando la stagione dei diritti degli anni Sessanta e Settanta.
La pratica dell’arte ha costituito un riferimento importante della sua attività formativa: conduzione, spesso con la collaborazione di artisti, di laboratori di educazione artistica produttiva, spaziando dai bambini e dalle bambine agli adulti, insegnanti e non.
Il suo libro Scuola e territorio. Verso un sistema formativo allargato (1983) è stato ripubblicato con il titolo Fare la scuola fuori della scuola (Aracne, 2018).
In questa intervista, Francesco De Bartolomeis risponde ad alcune domande del nostro vicedirettore sulla sua esperienza di pedagogista e di uomo impegnato nel mondo della cultura e nella società.
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