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Farmacista con dieci lauree, studia con l’auto-ipnosi: “In due ore immagazzino quello che si assorbirebbe in otto ore”

In questi giorni ha tenuto banco una polemica che ha travolto un farmacista di 65 anni che ha conseguito ben dieci lauree. L’uomo, della provincia di Trento, a marzo ha ottenuto la decima laurea, in Scienze Pedagogiche, con ben 110 e lode.

Come riporta Il Corriere della Sera, il farmacista è laureato in Farmacia, Medicina, Biologia della Nutrizione, Scienze e tecnologie del fitness e Prodotti della salute, Scienze della nutrizione, Scienze dello sport e Psicologia clinica e della riabilitazione fino alla specializzazione in Ipnosi e terapia clinica.

Ecco per cosa è stato criticato: “Gli hater si sono scatenati e hanno scritto di tutto e di più. Ho scoperto che su internet, oltre che un dark web, si nasconde un dark world: un mondo sommerso fatto di invidia e frustrazione, con persone infelici pronte a sversare veleni e cattiverie, insultando e suggerendo che l’Università telematica non sia una vera università, come se gli esami me li avessero regalati, e insinuando che io mi sia comprato le mie lauree magistrali”.

Il metodo di studio

Ecco la sua risposta: “Non provo rabbia perché queste persone sinceramente mi fanno pena, devono essere aiutate. L’incapacità di accettare i successi altrui è ingiustificabile, come il livore di chi arriva a dire che è impossibile che io abbia mai lavorato nella mia vita: se sapessero che orari faccio ogni giorno… Ad aiutarmi è un’organizzazione rigorosa, la motivazione, la disciplina militare che mi ha dato la forma mentis e la capacità di reggere allo stress e, chiaramente, il supporto dell’autoipnosi”.

Ecco come studia il plurilaureato: “La mattina presto mi metto sui libri e vado in auto-ipnosi: in due ore immagazzino quello che si assorbirebbe in otto ore perché questo stato, che io chiamo ‘stato di flow’, aumenta la concentrazione e minimizza gli input esterni e le interferenze”.

I “collezionisti di lauree”

Abbiamo spesso trattato casi di “collezionisti di lauree”. Mesi fa abbiamo parlato di un 76enne con dieci lauree, e una 67enne che ne ha conseguite sei.

Il primo, come scrive La Repubblica, è un avvocato. “Nel 1996, a 48 anni, mi sono iscritto a Giurisprudenza all’Università di Macerata. Quattro anni dopo, mi sono laureato con una tesi sul telelavoro e, superato l’esame di Stato, ho iniziato a esercitare anche come avvocato. La mia sete di conoscenza non era ancora appagata. Così, nel 2004, sono tornato alla Sapienza per ottenere una laurea in Economia e Commercio. Successivamente, nel 2006, ho conseguito una laurea magistrale in Lettere Classiche e una specialistica in Editoria. Poi ho completato una laurea triennale in Lingue Moderne, seguita da una magistrale in Traduzione Letteraria. Infine, nel gennaio 2011, ho ottenuto un’altra laurea in Scienze Politiche”, ha raccontato.

“Non mi sono fermato. Nel 2022, all’età di 74 anni, ho completato anche una laurea in Medicina, con tanto di abilitazione”, ha aggiunto. “La memoria regge, anche se qualche volta le parole fanno giri lunghi. Come quando all’esame dovevo dire che la scultura più nota di Antonio Canova è ‘Amore e Psiche’, ma non mi veniva ‘Psiche’. Il professore stava per darmi 29: rifiutai, perché non avevo mai preso meno di 30. Lo invitai a farmi un’altra domanda e alla fine presi la lode”, ha raccontato.

La storia della seconda è diversa. La 67enne ha conseguito le sue sei lauree in tredici anni, la prima a 54 anni. Sei lauree, tutte umanistiche. Conservazione e gestione dei beni e delle attività culturali, l’unica triennale. Poi le magistrali: Storia dell’Arte, Filologia e letteratura italiana, Storia dal Medioevo all’età contemporanea, Antropologia culturale e l’ultima in scienze archivistiche e biblioteconomia. 

“Tornavo a casa dopo otto ore di lavoro, praticamente svenivo sulla cena, poi mi risvegliavo e studiavo fino alle tre di notte. Sveglia alle cinque e poi di nuovo al lavoro”, questa la sua routine. “Sono stata iscritta alle superiori a Ragioneria perché era necessario avere un titolo spendibile per lavorare. Un grande rammarico per me che avrei voluto fare il liceo classico. L’ho fatto mio malgrado. E da socia amministrativa quelle competenze sono state il mio ruolo. Ma avevo questo sogno interrotto che ho ripreso nel 2011 quando ho deciso di iscrivermi a Ca’ Foscari, che era il mio mito in una città che ho sempre amato: Venezia”, ha raccontato.

“Mi ha preso la passione. Ho scoperto di essere un topo di biblioteca con un talento per la ricerca dei documenti. La mia è una storia di arricchimento personale, non ai fini lavorativi. Mi danno fastidio i post nei social offensivi nei confronti dei laureati. I giovani al primo anno di università mi hanno aiutato tantissimo e mi hanno accolto. Non credo di poter essere un esempio per loro. Ma un consiglio lo posso dare: non abbandonare gli studi. Che sono disciplina, sacrificio. Quasi un sevizio militare ma che insegna ad essere adulto. E insegna il rispetto delle gerarchie e il rispetto della conoscenza. Il rispetto per chi ne sa di più”, ha concluso.

Laura Bombaci

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