Categorie: Personale

Fasce di reperibilità in caso di malattia, si torna all’ora d’aria?

Un’altra notizia che non farà certamente piacere ai dipendenti della scuola: il ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, starebbe seriamente valutando il modo di reintrodurre delle fasce di lunga durata giornaliera per la reperibilità dei dipendenti statali malati da sottoporre a visite fiscali. Secondo lo stesso Ministro la decisione presa in estate dal Governo, di tornare alle canoniche quattro ore giornaliere (tra le 10 e le 12 e tra le 17 e le 19) di obbligo di permanenza a casa, ed abbandonare, dopo un anno di “risultati clamorosi”, la strada dell’iper-controllo (11 ore complessive, 8-13 e 14-20, con una sola ora per uscire a fare la spesa) sarebbe alla base di un nuovo innalzamento dell’assenteismo da arrecare a motivi di salute.
Il campanello d’allarme era suonato ad agosto, quando, dopo un anno di percentuali di riduzione record delle giornate non lavorate per malattie (secondo le stime del dicastero della Pa addirittura tra il 30 e il 35%), i dipendenti pubblici hanno prodotto un sorprendente +16,7 ore di malattia. Agosto però, è un mese anomalo. Molto dipendenti vanno in ferie. E, complice il bel tempo, una parte potrebbe aver deciso di assentarsi dal lavoro qualche giorno in più approfittando proprio delle fasce meno “opprimenti”. Una curiosità: i picchi di assenze in agosto per motivi di salute (con incrementi superiori al 50%), tra l’altro pubblicati sui siti ministeriali voluti dallo stesso ministro veneziano, sono stati fatti registrare proprio tra gli impiegati statali in capo alle amministrazioni centrali (con in testa quelli del Miur e dello stesso Ministero guidato da Brunetta).
Il motivo del ritorno alle assenze eccessive non era però da ricondurre alle ferie. A settembre la tendenza anziché ridursi è addirittura aumentata sforando il 20% rispetto al passato. A quel punto Brunetta non ci ha pensato due volte ed è tornato alla carica rilasciando delle dichiarazioni che non lasciano presagire nulla di buono per i lavoratori: “L’assenteismo nella pubblica amministrazione – ha detto il Ministro – è tornato ad aumentare: ho sbagliato e mi dovrò correggere”. Le premesse per un ritorno all’ora d’aria, così l’hanno ribattezzata i sindacati, ci sono tutte: nel decreto attuativo della Legge 15/2009 di riforma della pubblica amministrazione, approvato il 9 ottobre dal Consiglio dei Ministri, e prossimo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, contiene una norma che delega proprio al Ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione il potere di decidere le fasce di reperibilità in caso di malattia. Così per tornare alle 11 ore di reperibilità basterà un semplice atto ministeriale.
Prima però il Ministro dovrà studiare bene il provvedimento: sul decreto legge 112, approvate nell’estate del 2008, sono piovute accuse di anti-costituzionalità da parte dei sindacati. Le contestazioni si sono concentrate sull’iniquità del provvedimento rispetto al trattamento dei dipendenti privati (rimasti alle quattro ore tradizionali). E proprio questi rilievi, prodotti attraverso una serie di ricorsi legali collettivi ed individuali, avrebbero indotto il Ministro a tornare sui suoi passi. Ma solo per poche settimane. Il personale della scuola, che si sentiva già vessato per la mancata applicazione della decurtazione in busta paga dei colleghi in divisa (forze armate, polizia e vigili del fuoco), può fare il conto alla rovescia: per il ritorno della tassa sulla “fiducia” è solo questione di tempo.

Alessandro Giuliani

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