Categorie: Personale

Fasce reperibilità per malattia, entro metà novembre passano da 4 a 7 ore

Forse non rimarrà simpatico ad una bella fetta di dipendenti della pubblica amministrazione, ma di sicuro il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha un pregio: è un uomo di parola. Come da noi annunciato alcuni giorni fa, il responsabile nazionale dall’organizzazione e della produttività della Pa ha deciso di alzare di nuovo la guardia sul fronte delle assenze dei dipendenti: grazie ad una norma contenuta nel decreto attuativo della Legge 15/2009 di riforma della pubblica amministrazione, in via di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, entro un paio di settimane (quindi per metà novembre) per i tre milioni e mezzo di dipendenti della pubblica amministrazione ci sarà un nuovo inasprimento di controlli potenziali in caso di malattia: non si tornerà alle 11 ore di reperibilità, cui i dipendenti sono stati “condannati” dall’estate del 2008 a giugno scorso, ma si passerà comunque da 4 a 7.
Se si eccettuano casi particolari, come coloro che sono in convalescenza dopo un’operazione chirurgica o chi svolge delle visite di carattere oncologico, i dipendenti malati dovranno sempre farsi trovare nel domicilio dichiarato alla propria amministrazione dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.
La decisione è figlia dell’impennata del numero di dipendenti dell’amministrazione pubblica che si sono ammalati nei mesi di agosto (+16,7% rispetto agli stessi mesi dello scorso anno) e settembre (addirittura +24,2%). Un doppio dato, in decisa controtendenza, che ha fatto sobbalzare dalla sedia l’inquilino di Palazzo Vidoni, soprattutto perché venutisi a determinare a ridosso di un anno di record di presenze: tanto che, aveva più volte fatto sapere lo stesso Brunetta, l’applicazione della Legge 133 aveva mediamente ridotto le assenze del 38%.

Brunetta ha spiegato che “per 13-14 mesi abbiamo assistito a una riduzione straordinaria dei tassi di assenteismo nell’ordine del 30-40-50% con casi eclatanti in alcune amministrazioni anche del 70-80%. Questi dati corrispondono, per il 2008, a quelli che la Ragioneria generale dello Stato pubblicherà tra un paio di settimane“.
La “mossa” strategica di tornare alle vecchie fasce è sembrata anche un volere andare incontro ai ricorsi prodotti da alcuni sindacati contro il provvedimento di eccessivo controllo del personale; soprattutto perchè palesemente discriminante rispetto alle fasce di reperibilità del settore privato, si sarebbe dimostrata un fallimento. Evidenziato proprio dal confronto impari dei dipendenti malati in forza alle aziende non pubbliche: “
la mia linea – ha detto – è combattere i comportamenti opportunistici nella pubblica amministrazione, dove si registrano tassi di assenze doppi, tripli, quadrupli rispetto a quanto avviene nel settore privato“. Ma solo “quando tutto il fenomeno si sarà strutturato e quando ci sarà una convergenza di dati tra settori pubblico e privato si potrà tornare a discutere di omologazione delle fasce di reperibilità”.La fiducia non ricambiata ha dimostrato che la sua battaglia contro i “fannulloni” è ben motivata: “Sono ritornato alla fascia di reperibilità di 4 ore: ho mantenuto la parola, ma con mia grande sorpresa nel monitoraggio di agosto per la prima volta l’assenteismo ha ricominciato ad aumentare. Mi sono un po’ preoccupato“. A settembre la preoccupazione si è trasformata in delusione. “Mi sono chiesto – ha continuato Brunetta – cosa fosse successo. Assolutamente nulla nella regolazione, tranne una cosa: la modifica delle fasce di reperibilità. Evidentemente, quanto più sono estese meno propensione all’assenteismo c’è: il più che dimezzamento delle fasce di reperibilità ha riacceso comportamenti opportunistici. Non voglio fare il cerbero, ma l’obiettivo è la responsabilizzazione di tutti all’interno della riforma della Pa“.
Ma nel decreto attuativo della Legge 15/2009 Brunetta ha fatto inserire anche un’altra importante novità:
riguarda l’invio per via telematica dei certificati medici giustificativi dei periodi di malattia. I certificati verranno spediti all’amministrazione direttamente dal medico o dalla struttura sanitaria pubblica all’Inps. Il sistema partirà subito, si parla di gennaio. Tuttavia si attuerà prima una fase transizione, durante la quale si potrà ricorrere sia al meccanismo on line che a quello tradizionale.

Alessandro Giuliani

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