La fase 2 deve ancora iniziare e in alcuni gruppi whastapp di Dirigenti scolastici c’è qualcuno che parla di ripartire facendo rientrare il personale Ata e in alcuni casi anche i docenti per le riunioni collegiali.
Dal 18 marzo 2020, ovvero da quanto è entrato in Gazzetta Ufficiale il decreto Legge n.18, il Personale Amministrativo di tutte le scuole pubbliche italiane sta operando in modalità di lavoro agile da casa propria, garantendo lo svolgimento della prestazione lavorativa, come avviene per tutta la Pubblica Amministrazione. In buona sostanza anche per il Personale Amministrativo lo smart working è diventata una modalità ordinaria di lavoro, attuata per evitare i rischi di un possibile contagio del coronavirus nei loghi fisici di lavoro , ovvero le segreterie scolastiche.
Adesso che sta per iniziare la fase 2, dove le strette restrizioni saranno leggermente allentate, c’è chi parla di rientro a scuola del personale Ata e una ripresa graduale delle attività di segreteria scolastica.
Abbiamo sentito Anna Maria Santoro Responsabile Dipartimento Contrattazione scuola della FLC CGIL, che, in riferimento alla probabilità di fare rientrare il personale Ata a scuola dal 4 maggio, ci ha detto: “Per evitare equivoci è bene chiarire, prima che le amministrazioni scolastiche di qualsiasi livello si facciano venire l’improvvido scrupolo, che il personale amministrativo tecnico e ausiliario della scuole dovrà ritornare negli edifici scolastici solo dopo che un protocollo Amministrazione – sindacato abbia preso le necessarie decisioni in merito”.
“Continua ad essere indispensabile per la sicurezza di tutti, conformarsi al ragionamento che meno persone vanno in giro e meglio è, soprattutto se non vi è indifferibile necessità lavorativa. E’ questo il caso della scuola: se non si svolge attività didattica e se non è necessario lavorare in presenza, le scuole rimangono chiuse anche per il personale amministrativo tecnico e ausiliario. Il quale potrà continuare a prestare servizio in lavoro agile”.
“Quando il tema del rientro si porrà, conclude la nota, ciò dovrà avvenire attraverso un protocollo che il Ministero dovrà concordare con le organizzazioni sindacali, come è avvenuto e avviene per tutti gli ambienti lavorativi”.
In alcune scuole, visto che si sta parlando di esami di Stato della scuola secondaria in presenza, c’è qualche Dirigente scolastico che ha proposto, in modalità del tutto ufficiosa, di tornare a fare Consigli e addirittura Collegi in presenza. Solo il tentativo di una tale proposta ha giustamente fatto insorgere molti docenti che si sono rivolti ai sindacati per sapere se la normativa vigente consente di convocare in presenza Collegi o Consigli di classe.
Bisogna sapere che al momento la legge ha previsto, proprio in previsione di questa fase finale dell’anno scolastico 2019/2020, la validità legale e quindi la legittimità delle riunioni collegiali in videoconferenza. In buona sostanza dal 30 aprile 2020 sarà legittima ogni decisione presa da un organo collegiale convocato ed espletato in modalità digitale. Quindi è assolutamente insensato, almeno per ora, radunare 100 o anche di più docenti per svolgere un Collegio dei docenti, o convocare una decina di docenti per svolgere un Consiglio di classe.
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